Di seguito gli articoli e le fotografie che contengono le parole richieste.
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Impossibile non rimanere colpiti da queste drammatiche immagini in banco e nero di un corpo umano e della sua sofferenza. Dopo aver notato come ultimamente certe tematiche sono cavalcate dalle multinazionali per continuare comunque a promuovere creme oppure abbigliamento sportivo come strumenti per abbellire i corpi, fingendo impegno contro la spettacolarizzazione della bellezza dei corpi e la chirurgia plastica, ecco come descrive il suo progetto Thaniel Lee: "In questo mondo di spettacolo e chirurgia plastica, di spettacoli sulla chirurgia plastica, di programmi tv che selezionano finte modelle, di irreali reality show, io cerco di mostrare un corpo che non può cambiare, un corpo che nessun complicato intervento chirurgico al mondo potrà mai trasformare in un super modello, un corpo che non viene mostrato sulle riviste più lette, o su MTV.[...] Ho scelto di documentare questo corpo attraverso l’obiettivo della macchina fotografica: il corpo che ho scelto di raccontare è il mio. Sono nato con una patologia chiamata Artrogriposi: questa condizione mi lascia un uso limitato delle braccia, delle gambe e delle dita. Undici operazioni chirurgiche mi hanno procurato interessanti cicatrici e atrettante storie interessanti. Ho cominciato nel 2000 a documentare il mio corpo, e le innumerevoli diverse forme in esso contenute... Spero che il mio lavoro faccia in modo che la gente guardi al proprio corpo mettendo in discussione il concetto di bellezza che pervade la nostra cultura ossessionata dai corpi."
PHOTO THANIEL LEE
Ogni scatto di Thaniel Lee è una performance unica, dove le forme di un corpo esprimono contemporaneamente spudorata sofferenza e incredibile forza vitale.
[Trovato grazie, ancora una volta, ad un post sull'ottimo blog di Antonella Beccaria]
Nell'ambito del progetto artistico WeAreAllPhotographersNow!, sul blog dell'iniziativa il Musée dell'Elysée di Losanna pubblica un'intervista a Martin Parr che sta facendo il giro del mondo per via di alcune sue previsioni sul futuro della fotografia.
Martin Parr è uno dei migliori shooter istintivi al mondo: oltre che membro di Magnum Photos, è anche autore, fra le altre cose, di "Boring Postcards" e "Bliss: Postcards of Couples and Families". Nel suo intervento spiega come le comuni fotoricordo di famiglia rappresentino una qualche forma di propaganda, poi espone qualche sua opinione tecnica, e quali sono i suoi piani futuri. Infine pronostica la dismissione di Corbis e Getty a favore di Flickr, e presenta quello che potrebbe essere il miglior business model per avere successo con la fotografia. Ma, soprattutto, ci ricorda di come sia terribile, piena di clichée sostanzialmente noiosa gran parte della fotografia amatoriale.
Una delle parti più sconcertanti è proprio quando Parr parla di un lavoro che il suo collega in Magnum Photos Bruce Davidson avrebbe perso in favore di Rebekka Guðleifsdóttir. Forse si riferisce a questo.
“All the boundaries are collapsing. One of the things that’s interesting about Flickr, is that it’s probably emerged as the most intelligent photo-sharing site - it’s become the brand leader. And what will happen with Flickr is that within five years it will start licensing pictures. In other words, they’ll be part of the Getty Corbis machinery…the agencies are concerned about this. It’s something we discuss at Magnum…”
“…within five years Flickr will emerge as one of the major sources for licensing imagery…”
“…the other point about Flickr, is I can’t tell you how bad the most of the pictures are. I mean, we see this in the site up there (at Musee de L’Elysee) the noise of this contemporary photography is relentless and ultimately, nullifyingly boring.”
“…we have this amazing interest, resurgence in photography, a renaissance, but boy do we have to wade through a lot of rubbish in order to get to anything half-decent.”
“…the best business model is to have fantastic pictures, that have a unique vision and say something different. And you get away from the turgid quantities of cliches and propaganda which we see not only surrounding our lives, but we also see in the exhibition here.”
“…I’m totally in favor of Flickr. I haven’t spent enough time trawling through Flickr to find the new stars who may be emerging on Flickr itself…”
“… but the last thing I’m going to do - is looking at Flickr for my stars of the future.”
“I come back to this individual voice in homogenized times. Connecting with a subject matter, doing it with passion, resolving a set of pictures, coming out with a personal statement - there’s always going to be room for that, because we still, whatever the process, whatever the method, we still need stories that touch us as human beings.”
Scarica l'intervista in formato mp3
Ovviamente lui ad un business model basato su Flickr per i suoi lavori non ci crede. E' facile parlare a ruota libera senza approfondire alcunché, vero Martin?
(via 2point8.whileseated.org)
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