E' successo. Ed è successo sul mio sito. Incredibile, ma assolutamente vero: almeno stando a quanto mi riporatano i sistemi si registrazione statistica degli accessi su tutto l'archivio accumulato on-line, negli ultimi mesi la galleria sulla utopica Città Buzziana della "Scarzuola" ha costantemente superato in popolarità la galleria del Millenium Calendar.
DAVIDE GAZZOTTI - Millennium Calendar n°4 (1999)
DAVIDE GAZZOTTI - La Scarzuola - Cover (2003)
Chi l'avrebbe mai detto? L'architettura, la più fisica delle arti visuali, che supera l'eros di più bassa e popolare fattura!
In realtà la realizzazione del milanese Tommaso Buzzi rappresenta una delle mete del turismo culturale fai-da-te più ricercate e snob del momento: acquistato nel 1956 il convento francescano della Scarzuola, nei verdi meandri dell’Umbria, l’architetto Tommaso Buzzi lo trasformò in vent’anni di lavoro nella Città Buzziana: una “autobiografia in pietra” composta di edifici compiuti o frammentari, evocati o appena accennati, inventati o ricordati, il cui filo conduttore, a detta dello stesso progettista, sembra essere che nella vita “tutto è teatro”. [Tratto dal n° 155 di FMR 12/2002]
Esattamente 8 anni fa scrivevo una pagina del mio personale diario proprio su ArteFiera, e la "pubblicavo" su un proto-blog realizzato tramite una mailing-list di amici, artisti e creativi che ruotavano attorno ad un sito open e ai "suoi" progetti...
DAVIDE GAZZOTTI - Pavimentazione affollata a tratti ad ArteFiera 2007
...e, non inaspettatamente, molte delle considerazioni fatte allora si possono traslare in quello che è successo in questi anni all'arte, alle fiera, ad ArteFiera, ed al sottoscritto Differenze da allora? Beh, innanzitutto la scomparsa definitiva delle gallerie innovative che noleggiavano gli spazi espositivi nel sovrariscaldato piano superiore perchè più economici, poi la drastica riduzione di arte moderna (fino alla pop inclusa), per dare spazio a più realizzazioni contemporanee. Non che con questo la qualità delle emozioni provabili barcollando per un tale mercatino ne guadagni, anzi... non è che forse sto invecchiando io?
Uno dei momenti più elevati e creativi l'ho vissuto durante la illuminata performance estemporanea di Lilia e Paolo, che ha attirato l'attenzione di svariati visitatori ed ha segnato un notevole aumento di presenze allo stand utilizzato come scenario:
Paolo e Lilia - Una di queste opere ritratte ad ArteFiera 2007 è un falso. Quale?
Infine, per memoria storica, riporto lo scritto a cui mi riferivo in principio, recuperato in qualche dimenticato meandro del mio archivio elettronico. See you later, d.
----- Original Message ----- From: Gazzotti Davide Sent: Monday, February 01, 1999 3:08 PM Subject: [aciderror] Diario a caldo di un profano nella tana dei mercanti dell'arte
ArteFiera99: potrei enumerare i nuovi spazi espositivi, oppure decantare Statistiche di visitatori e numero d'opere esposte in costante crescita, ma questo compito è svolto egregiamente dagli organi d'informazione ufficiale. Invece quello che voglio raccontare è l'improbo tormento di voler provare il brivido di una sensazione nella tana dei mercanti dell'arte. Unica notevole novità è lo spazio per le installazioni artistiche di grandi dimensioni, in cui, fra i vari Argan e i neoclassici dozzinali, fa bella mostra di sè lo stand promozionale di una premiata fonderia bolognese. La sempre presente mostra fotografica è quest'anno sponsorizzata da una nota casa di lingerie: la galleria sensoriale, che ospita immagini di Parisotto Vay, mi ha regalato il primo sospirato brivido. Sarà stato merito dell'impressionante impianto luci o della mistica musica di sottofondo, ma le già ben note curve, dinamiche e al tempo stesso statuarie, immortalate da Parisotto evocano la componente più classica e onirica dell'universo femminile restituendo ugualmente sipido dinamismo e modernità che sempre urgono nella vita dell'uomo contemporaneo. Ma se non siete riusciti a visitarla entro il lunedì sera di chiusura dei battenti, potete comunque ammirare molto di questo materiale fra i "-50%" della prossima fiera del libro. Il padiglione dei galleristi più classici, soffocandomi con un clima antitetico a quello stagionale, fuga qualsiasi altro tentativo di involontario irrigidimento cutaneo. Un affollamento senza precedenti, nella mia breve carriera di profano di arte ad una fiera, in cui risalta più la pasta di cui è fatta la gente presente che la poeticità e talvolta modernità delle molte opere spesso mal assortite ad ammassate negli spazi espositivi. Rari, in questa zona, gli studenti e i veri amanti dell'arte; diffusi, invece, i collezionisti fighetti ed i mercanti in genere. Potrei ricordare che questo non è più l'anno boom di Galliani, ma quello di Valentini (con cui i due terzi dei galleristi millantano esclusiva collaborazione). Oppure potrei notare l'imponente apparato propagandistico dedicato al presunto ritrovamento di alcune vecchie matrici di cinque litografie di un anziano artista lusitano. Oppure, ancora, potrei elencare la quantità di "classici" invenduti (De Chirico, Sassu, Mirò...) che molti galleristi non hanno avuto neppure l'accortezza di montare in posizione diversa da quella che occupavano nell'edizione dell'anno passato. A questo punto le vampate di aria viziata e le bombe sensoriali a cui i miei occhi curiosi sottopongono le già stanche meningi mi costringono ad un disordinato barcollare da uno stand all'altro alla ricerca disperata di quel tanto sospirato brivido che, in fondo, è il sale della vita. Salgo le lunghe scale mobili nella speranza che il padiglione dei moderni, degli innovatori, mi riservi qualche sorpresa. Non resto deluso, malgrado l'apparente eccessiva ricerca di impatto visivo a tutti i costi, spesso a scapito della poesia, che pervade le produzioni artistiche più recenti. L'unica frustrazione qui mi è riservata dallo stand che espone foto e statuette di pessimo gusto, ma con sfondo sessuale, che, grazie a ciò, riceve un immeritato climax di visitatori, evidentemente molti più profani di me. Ammiro i purtroppo scadenti Wharol di un gallerista fiammingo, fuggo nauseato dai diffusi scempi altrui del Donzelli, rivedo volentieri le belle fotografie istoriate di un autore arabo il cui nome, ovviamente, mi sfugge, rimango incantato di fronte ai poetici volti e alle mani rappresentate da una giovane artista padana, e trattengo un conato davanti all'esteticamente irrilevante quadro che documenta il parto di un ermafrodita... Prima di uscire mi tolgo una curiosità: domando il prezzo di un dolcissimo angelo di Omar Galliani, in realtà già marchiato con il bollino di "venduto", in modo da evitare la potenziale insistenza del venditore. Più di 8 delle mie mensilità nette! Meno male, tanto la vera arte è bello fruirla e non possederla. Quando la compri a così caro prezzo la stai violentando, la stai rinchiudendo in una prigione, dietro sbarre che ne tarpano le ali: non può più volare in alto nel cielo, non può più regalare a nessun altro che a te il brivido che egoisticamente stavi cercando. Di ritorno verso l'automobile mi chiedo cosa voleva comunicare quell'artista che ha incollato una serie mainboard di vecchi PC ad una tavola e poi ci ha colato un po' di plastica nera sopra... Lascio perdere, giro la chiave e pago il parcheggio quasi soddisfatto della mia domenica pomeriggio, ma con un unico groppo in gola: peccato che i mercanti dell'arte mi abbiano costretto all'esborso di 20mila di ingresso e 6milae5 di parcheggio, prezzo invero in linea con altre esposizioni commerciali. Per una fiera così mercantile, per farmi visitare il mercato delle pulci dei grandi artisti, potevano però essere più generosi, soprattutto immergendomi nei panni dello studente universitario interessato all'arte e alle nuove tendenze, ma, evidentemente, questa fiera non è a lui dedicata. Davide mailto:davide@davidegazzotti.com acid your life: http://www.acidlife.com/ ------------------------------------------------------------------------
[Visitata 1 settimana fa alla Fiera di Bologna con Lilia e Paolino]
Questa mattina all’alba, è morto il compagno Domenico Maracino, che tutti conosciamo come DODI. Esprimiamo il nostro dolore e la nostra vicinanza ai familiari e agli amici, al Circolo Iqbal Masih, alla Lista Reno e ai compagni tutti
“Ci sono uomini che lottano un giorno e sono bravi. Ci sono altri che lottano un anno e sono più bravi. Ci sono quelli che lottano molti anni e sono ancora più bravi.Però ci sono quelli che lottano tutta la vita, essi sono gli imprescindibili” (B. Brecht)
Questa mattina all’alba, è morto il compagno Domenico Maracino, che tutti conosciamo come DODI.
La sua lunga malattia non ci ha preparato, nè può ora consolarci della sua scomparsa: Esprimiamo il nostro dolore e la nostra vicinanza ai familiari e agli amici, al Circolo Iqbal Masih, alla Lista Reno e ai compagni tutti.
Una vita, la sua, dal coraggio, dalla coerenza, dalla determinazione unica, nelle lotte, nelle discussioni, nella sua straripante umanità.
Tra i suoi tanti impegni ci fa piacere ricordarlo come fondatore dell’associazione inquilini e assegnatari della RdB/CUB di Bologna.
Ci mancherai perché con te “ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati” (B. Brecht).
Il funerale si terrà mercoledì 9 maggio. Alle ore 13,30 Dodi sarà accompagnato al circolo Iqbal Masih in Via della Barca 24/3. Da lì alle ore 14 ci muoveremo per accompagnarlo fino al Pantheon del cimitero della Certosa dove rimarrà fino alle ore 17.
dalla parte dei più deboli Inserito da Lippo il 8 maggio, 2007 - 09:23
Così lo saluta il sito dell'Iqbal (http://iqbal.bo.arci.it), che ne riporta un vecchio intervento in occasione del passaggio a Bologna della Global March against Child Labour, nel 1998:
Un saluto a tutti i presenti e grazie per avermi dato l'opportunità di questo intervento.
Voglio dire che non esiste crimine peggiore che negare la vita.
Viviamo in un mondo capitalista, o meglio sarebbe dire in due mondi capitalisti:
il primo e' quello sviluppato, delle società consumistiche , che ha potuto accumulare tante ricchezze depredando e saccheggiando per secoli il pianeta e soprattutto la classe operaia;
il secondo e' quello sottosviluppato, costituito dalle vecchie colonie che per secoli sono state sfruttate, e a cui si nega oggi lo sviluppo.
Mai come oggi sono necessari questi momenti di incontro e di riflessione.
Infatti, gli architetti della nuova società globale, i governi del primo mondo, stanno preparando il peggio per i popoli del secondo (il cosiddetto terzo mondo).
Oramai siamo alle soglie del XXI secolo: già da tempo il mondo si sta sviluppando verso un modello in cui la politica degli stati più forti e delle multinazionali, dei settori ricchissimi, grava su una gran massa di miseria e popolazione che possiamo definire superflua, perché priva di ogni diritto.
Questa popolazione superflua non contribuisce infatti alla produzione dei profitti, che e' l'unico valore (umano) riconosciuto oggi.
Le conseguenze della globalizzazione in rapporto al lavoro, all'educazione, alla democrazia, alle culture nazionali, dicevo, tali conseguenze non potranno che essere drammatiche e spaventose.
In questi due mondi, quelli a pagare di più sono i bambini.
Secondo i dati dell'UNICEF, il 40% dei bambini a New York vive al di sotto della soglia di povertà, senza alcuna speranza di sfuggire alla miseria e all'indigenza. la televisione, la droga , l'alcolismo, sono le armi con cui tenere sotto controllo questa realtà.
Ci giungono notizie di bambini che uccidono a scuola, che compiono atti di delinquenza e di vandalismo, vere e proprie stragi,... nel "primo" mondo. Nel mondo consumistico. Nell'altro, l'infanzia e' negata.
In Asia, in Africa, in America Latina sono oltre 14.000.000 i bambini da 1 a 5 anni, che muoiono ogni anno.
Quante bombe come quelle di Hiroshima e Nagasaki ? Credo oltre 100.
E dei bambini che si salvano? In che condizioni si trovano, come si nutrono?
Che sviluppo mentale e psicologico possono avere, dato che e' scientificamente provato che senza l'alimentazione adeguata si ha un sottosviluppo anche dell'intelligenza, delle capacita' intellettuali? Quale sarà la loro speranza di vita e di futuro dopo i 5 anni? Come faranno a vivere, quale sarà il loro destino?
Di queste terribili realtà non si parla se non in caso di episodi eclatanti e sempre molto raramente.
Si farfugliano solo ipocrisie sui diritti umani.
Un caso e' stato l'assassinio di Iqbal Masih : il 16 aprile e' ricorso il terzo anniversario della sua uccisione. Abbiamo intitolato a Iqbal Masih, tre anni fa, il circolo culturale che sono qui a rappresentare, con la convinzione che il suo esempio e la sua tragica storia avrebbero contribuito a far prendere coscienza della condizione di schiavitù a cui devono sottostare milioni di bambine e bambini.
Non voglio abusare della vostra pazienza, e quindi mi limiterò solo a nominare le rapine di organi ai bambini poveri per quelli ricchi; le mine antiuomo che per la stragrande maggioranza sono a forma di giocattolo (tutti sappiamo la devastazione che portano); l'infanzia rubata a tutti i bambini vittime delle guerre sia armate (massacri in Algeria, profughi in Africa, spedizioni punitive serbe nel Kossovo), che della guerra diplomatica combattuta con le sanzioni economiche dell'embargo (Iraq e Cuba); lo sfruttamento della prostituzione minorile; non voglio parlare, qui, dei milioni di dollari annui spesi per i bilanci militari.
Voglio pero' ancora dire che, nonostante non si abbiano Statistiche complete sul lavoro minorile (perché governi e datori di lavoro si rifiutano di ammetterne l'esistenza) anche in Italia si stima in 300.000 il numero dei bambini che lavorano.
Nel mondo intero l'UNICEF dice che sono 250.000.000 i bambini che lavorano. E' di pochi giorni fa l'iniziativa, promossa dall'UNICEF , in tutta Italia contro lo sfruttamento minorile.
Voglio qui ricordare che e' una vergogna, una cosa ripugnante, alle soglie del XXI secolo, che milioni di bambini muoiano o siano sfruttati nel lavoro. Dico che, fintanto che il profitto di tutta la nostra tecnologia cosi' avanzata entrerà nelle tasche di pochi, il divario fra chi sta bene e chi sta male aumenterà. Se non vogliamo sentirci complici di questo sfruttamento, di questo crimine, dobbiamo sin da ora chiedere ai nostri governi di azzerare i debiti dei paesi poveri. Ripensare ad un modo di produzione che sia per ciò che serve e non per il profitto di pochi. Dobbiamo esportare la nostra conoscenza la nostra tecnologia. Non possiamo pensare di sopire la nostra coscienza con gesti di carità. Dobbiamo farci carico in prima persona di questa enorme ingiustizia.
Il nostro compito e' difficile e complesso ma, se vogliamo sentirci parte di tutta l'umanità, penso, come sono certo pensate voi, che possiamo e dobbiamo adempierlo. Dobbiamo combattere questa battaglia se vogliamo sentirci degni dell'essere umani. Se vogliamo parlare di futuro per l'umanità, dobbiamo lottare in tutti i modi possibili prima di tutto perché' ad ogni bambina e bambino a questo mondo non sia più' negato il diritto al gioco allo studio alla salute all'educazione e alla possibilità di partecipare in prima persona ad una società democratica.
Finche' anche ad un solo bambino sarà negata la libertà e il diritto ad una vita dignitosa e felice, l'intera umanità sarà meno libera.
Per avermi ascoltato, grazie.
Domenico Maracino
Questa mattina allalba, morto il compagno Domenico Maracino, che tutti conosciamo come DODI.Esprimiamo il nostro dolore e la nostra vicinanza ai familiari e agli amici, al Circolo Iqbal Masih, alla Lista Reno e ai compagni tutti
Ci sono uomini che lottano un giorno e sono bravi. Ci sono altri che lottano un anno e sono pi bravi. Ci sono quelli che lottano molti anni e sono ancora pi bravi.Per ci sono quelli che lottano tutta la vita, essi sono gli imprescindibili (B. Brecht)
Questa mattina allalba, morto il compagno Domenico Maracino, che tutti conosciamo come DODI.
La sua lunga malattia non ci ha preparato, n pu ora consolarci della sua scomparsa: Esprimiamo il nostro dolore e la nostra vicinanza ai familiari e agli amici, al Circolo Iqbal Masih, alla Lista Reno e ai compagni tutti.
Una vita, la sua, dal coraggio, dalla coerenza, dalla determinazione unica, nelle lotte, nelle discussioni, nella sua straripante umanit.
Tra i suoi tanti impegni ci fa piacere ricordarlo come fondatore dellassociazione inquilini e assegnatari della RdB/CUB di Bologna.
Ci mancherai perch con te ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati (B. Brecht).
Il funerale si terr mercoled 9 maggio. Alle ore 13,30 Dodi sar accompagnato al circolo Iqbal Masih in Via della Barca 24/3. Da l alle ore 14 ci muoveremo per accompagnarlo fino al Pantheon del cimitero della Certosa dove rimarr fino alle ore 17.
I compagni e le compagne delle CUB di Bologna
un garofano rosso per dodi Inserito da Lippo il 8 maggio, 2007 - 08:56
l'invito degli amici di dodi a tutti i compagni che si recheranno al funerale quello di portare un garofano rosso
dalla parte dei pi deboli Inserito da Lippo il 8 maggio, 2007 - 09:23
Cos lo saluta il sito dell'Iqbal (http://iqbal.bo.arci.it), che ne riporta un vecchio intervento in occasione del passaggio a Bologna della Global March against Child Labour, nel 1998:
Un saluto a tutti i presenti e grazie per avermi dato l'opportunit di questo intervento.
Voglio dire che non esiste crimine peggiore che negare la vita.
Viviamo in un mondo capitalista, o meglio sarebbe dire in due mondi capitalisti:
il primo e' quello sviluppato, delle societ consumistiche , che ha potuto accumulare tante ricchezze depredando e saccheggiando per secoli il pianeta e soprattutto la classe operaia;
il secondo e' quello sottosviluppato, costituito dalle vecchie colonie che per secoli sono state sfruttate, e a cui si nega oggi lo sviluppo.
Mai come oggi sono necessari questi momenti di incontro e di riflessione.
Infatti, gli architetti della nuova societ globale, i governi del primo mondo, stanno preparando il peggio per i popoli del secondo (il cosiddetto terzo mondo).
Oramai siamo alle soglie del XXI secolo: gi da tempo il mondo si sta sviluppando verso un modello in cui la politica degli stati pi forti e delle multinazionali, dei settori ricchissimi, grava su una gran massa di miseria e popolazione che possiamo definire superflua, perch priva di ogni diritto.
Questa popolazione superflua non contribuisce infatti alla produzione dei profitti, che e' l'unico valore (umano) riconosciuto oggi.
Le conseguenze della globalizzazione in rapporto al lavoro, all'educazione, alla democrazia, alle culture nazionali, dicevo, tali conseguenze non potranno che essere drammatiche e spaventose.
In questi due mondi, quelli a pagare di pi sono i bambini.
Secondo i dati dell'UNICEF, il 40% dei bambini a New York vive al di sotto della soglia di povert, senza alcuna speranza di sfuggire alla miseria e all'indigenza. la televisione, la droga , l'alcolismo, sono le armi con cui tenere sotto controllo questa realt.
Ci giungono notizie di bambini che uccidono a scuola, che compiono atti di delinquenza e di vandalismo, vere e proprie stragi,... nel "primo" mondo. Nel mondo consumistico. Nell'altro, l'infanzia e' negata.
In Asia, in Africa, in America Latina sono oltre 14.000.000 i bambini da 1 a 5 anni, che muoiono ogni anno.
Quante bombe come quelle di Hiroshima e Nagasaki ? Credo oltre 100.
E dei bambini che si salvano? In che condizioni si trovano, come si nutrono?
Che sviluppo mentale e psicologico possono avere, dato che e' scientificamente provato che senza l'alimentazione adeguata si ha un sottosviluppo anche dell'intelligenza, delle capacita' intellettuali? Quale sar la loro speranza di vita e di futuro dopo i 5 anni? Come faranno a vivere, quale sar il loro destino?
Di queste terribili realt non si parla se non in caso di episodi eclatanti e sempre molto raramente.
Si farfugliano solo ipocrisie sui diritti umani.
Un caso e' stato l'assassinio di Iqbal Masih : il 16 aprile e' ricorso il terzo anniversario della sua uccisione. Abbiamo intitolato a Iqbal Masih, tre anni fa, il circolo culturale che sono qui a rappresentare, con la convinzione che il suo esempio e la sua tragica storia avrebbero contribuito a far prendere coscienza della condizione di schiavit a cui devono sottostare milioni di bambine e bambini.
Non voglio abusare della vostra pazienza, e quindi mi limiter solo a nominare le rapine di organi ai bambini poveri per quelli ricchi; le mine antiuomo che per la stragrande maggioranza sono a forma di giocattolo (tutti sappiamo la devastazione che portano); l'infanzia rubata a tutti i bambini vittime delle guerre sia armate (massacri in Algeria, profughi in Africa, spedizioni punitive serbe nel Kossovo), che della guerra diplomatica combattuta con le sanzioni economiche dell'embargo (Iraq e Cuba); lo sfruttamento della prostituzione minorile; non voglio parlare, qui, dei milioni di dollari annui spesi per i bilanci militari.
Voglio pero' ancora dire che, nonostante non si abbiano Statistiche complete sul lavoro minorile (perch governi e datori di lavoro si rifiutano di ammetterne l'esistenza) anche in Italia si stima in 300.000 il numero dei bambini che lavorano.
Nel mondo intero l'UNICEF dice che sono 250.000.000 i bambini che lavorano. E' di pochi giorni fa l'iniziativa, promossa dall'UNICEF , in tutta Italia contro lo sfruttamento minorile.
Voglio qui ricordare che e' una vergogna, una cosa ripugnante, alle soglie del XXI secolo, che milioni di bambini muoiano o siano sfruttati nel lavoro. Dico che, fintanto che il profitto di tutta la nostra tecnologia cosi' avanzata entrer nelle tasche di pochi, il divario fra chi sta bene e chi sta male aumenter. Se non vogliamo sentirci complici di questo sfruttamento, di questo crimine, dobbiamo sin da ora chiedere ai nostri governi di azzerare i debiti dei paesi poveri. Ripensare ad un modo di produzione che sia per ci che serve e non per il profitto di pochi. Dobbiamo esportare la nostra conoscenza la nostra tecnologia. Non possiamo pensare di sopire la nostra coscienza con gesti di carit. Dobbiamo farci carico in prima persona di questa enorme ingiustizia.
Il nostro compito e' difficile e complesso ma, se vogliamo sentirci parte di tutta l'umanit, penso, come sono certo pensate voi, che possiamo e dobbiamo adempierlo. Dobbiamo combattere questa battaglia se vogliamo sentirci degni dell'essere umani. Se vogliamo parlare di futuro per l'umanit, dobbiamo lottare in tutti i modi possibili prima di tutto perch' ad ogni bambina e bambino a questo mondo non sia pi' negato il diritto al gioco allo studio alla salute all'educazione e alla possibilit di partecipare in prima persona ad una societ democratica.
Finche' anche ad un solo bambino sar negata la libert e il diritto ad una vita dignitosa e felice, l'intera umanit sar meno libera.
La misurabilità è paradossalmente il male di Internet
, allo stadio attuale. A questi numeri impressionanti non è possibile purtroppo contrapporre quanti lettori/telespettatori leggono/guardano riviste e televisioni a luci rosse in un dato momento o nell'arco di un mese, come è invece possibile con Internet.
Se fosse possibile fare queste misurazioni, chi ci dice che Internet si rivelerebbe invece un medium né più, né meno uguale agli altri, se non meno invaso dal porno? Tutto sommato ad Internet accede una popolazione decisamente inferiore a quella che può guardare tv o andare in edicola, no?
Quando avrete abbattuto l’ultimo albero, quando avrete pescato l’ultimo pesce, quando avrete inquinato l’ultimo fiume, allora vi accorgerete che non si può mangiare il denaro.
Avviso Questo blog non rappresenta una testata di nessun tipo, tanto meno giornalistica, in quanto viene aggiornato in modo scostante e discontinuo, come il suo autore.
Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale (e non potrebbe neanche fosse periodico) ai sensi della legge n.62 del 7.03.2001.
Watching Mostly French and Danish productions, all Stanley Kubrick's filmography, Wim Wenders, Woody Allen, Roman Polanski, Godard, Truffaut, Jim Jarmusch, Ken Loach, Kieslowsky...
Inserito da Lippo il 8 maggio, 2007 - 08:56
l'invito degli amici di dodi a tutti i compagni che si recheranno al funerale è quello di portare un garofano rosso