Leggere “Rockstar†di Luigi Milani è un piacevole rientro alle atmosfere del grunge dei primi anni '90, quell'ibridazione rock che finalmente spedì nel dimenticatoio i suononiyuppistici di troppo pop anni '80.
L'inizio degli anni '90 musicalmente è stato dominato da loschi capelloni che indossavano jeans sdruciti e camicie di flanella a quadrettoni. Erano gli anni del grunge, dei riff di chitarre distorte ad accompagnare voci roche ed esistenzialiste. Il romanzo ruota attorno alla precoce scomparsa di Phil Summers, leader dei Chaos Manor, nei sobborghi londinesi.
Dopo anni di successi interstellari, la rapida caduta, dovuta alla morte della sua tanto amata Marie, anch'essa leader di un gruppo rock. Ma sarà davvero morto? In fondo del suo corpo sono state trovate solo un mucchio di ossa incenerite. A questa domanda cerca di dare risposta Kathy Lexmark, ex vee-jay in cerca di identità. [da booksblog]
Se è fin troppo facile identificare Phil Summers nel mediaticamente iper-compianto Kurt Cobain, il tenebroso Frank Colan, il fotografo di tutta la musica Rock, ricorda l'Anton Corbijn che ha fotografato e ripreso tutti, ma proprio tutti, i tratti somatici della musica pop, almeno dagli anni ottanta in poi. Un uomo indurito dall'aver continuamente dovuto affrontare il vertiginoso bilico fra l'essere e l'apparire. In difficoltà con la propria vita ancor prima di dover affrontare la prova definitiva, quella della malattia.
U2 - PHOTO ANTON CORBIJN
Depeche Mode - PHOTO ANTON CORBIJN
Davvero notevole la prosa nei momenti a forte impatto emozionale, nei quali vi è perfetta simbiosi fra personaggio, ambiente circostante, accadimento e descrizione dell'autore. Altre volte il lessico, forse inframezzato da alcuni tecnicismi di troppo, tradisce il background dell'autore, ma non toglie scorrevolezza ad una narrazione che fin dal principio trascina il lettore alla scoperta di una verità su di una realtà di vita che è invece influenzata da sogni e dal paranormale.
Per chi, come il sottoscritto, ha seguito molto da vicino, o addirittura dal di dentro, i meccanismi dello show-business, “Rockstar†ripropone la semplice verità che esiste dietro ogni impresa commerciale, ovvero che l'espressività, l'emozione, l'arte... lasciano il posto all'intrattenimento, a qualsiasi costo. Musica, teatro, arte contemporanea che sia.
Chi è Luigi Milani Luigi Milani è nato a Roma, città dove vive e lavora, nel 1963. Scrive di musica e tecnologia da oltre un decennio. Ha collaborato con le riviste M Macintosh Magazine e Virtual, occupandosi, tra l’altro, di recensioni letterarie e di interviste a personaggi del mondo dell’arte e dello spettacolo. Negli stessi anni ha curato per Agorà Telematica e MIX on Line la gestione di diverse aree tematiche. Attualmente scrive per Applicando, rivista leader della comunità Apple, e collabora conalcuni siti Web a carattere Musicale. Sul finire degli anni Novanta ha realizzato i testi dei siti Web di alcuni noti personaggi del mondo dello spettacolo. In veste di sceneggiatore e consulente tecnico ha collaborato con una piccola società di produzione cinematografica di Roma. È autore di un blog molto frequentato, False Percezioni. Compare con tre racconti nell’antologia “XIIâ€, il primo volume di racconti scritti da dodici autori italiani indipendenti incontratisi nella Rete, pubblicato con il sistema print on demand dell’editore statunitense Lulu. [da Livia Bidoli su La Repubblica/Roma]
Avevo già parlato del mio nuovo cuore ingrandito, fisiologicamente almeno. Stamattina dopo colazione il mio recente spirito serenamente ipocondriaco ha fatto si che mi controllassi da capo a piedi: quanto chili ho preso tutto il tempo che son stato via, la pressione, i battiti... il cuore... già il cuore...
Et voila, la sorpresa: 51/52 battiti al minuto a riposo! Solo fossi stato meglio indirizzato da bambino, che atleta che sarei potuto diventare...
Un cuore che rallenta, poi, non è affatto male, anche se mi mancano un po' le sferzate di adrenalina, il sangue alla testa, le emozioni, le arrabbiature... ma ora va bene così: ora è tutto davvero mediamente bello, che fortuna che ho. Magari anche la fortuna, un giorno, di farlo battere forte di nuovo questo cuore, magri anche a partire da oggi - alba di un nuovo giorno - come canta l'urlo malinconico di Matthew Bellamy in "Feeling good" dei Muse.
"Feeling Good"
Birds flying high you know how I feel Sun in the sky you know how I feel Reeds driftin' on by you know how I feel
It's a new dawn It's a new day It's a new life For me And I'm feeling good
Fish in the sea you know how I feel River running free you know how I feel blossom in the trees you know how I feel
It's a new dawn It's a new day It's a new life For me And I'm feeling good
Dragonfly out in the sun you know what I mean, don't you know Butterflies all havin' fun you know what I mean Sleep in peace when day is done And this old world is a new world And a bold world For me
Stars when you shine you know how I feel Scent of the pine you know how I feel Oh freedom is mine And I know how I feel
It's a new dawn It's a new day It's a new life For me And I'm feeling good
"Feeling good" dal CD "Origin of Symmetry" dei Muse (2001)
Non sapendo più che strada percorrere per attirare l'attenzione di consumatori sempre meno propensi a spendere sul prodotto discografico, le major dell'industria Musicale sembrano aver recentemente scoperto la frontiera del pseudo impegno sociale. Esaminiamo due casi: Simone Cristicchi e i Tinariwen. Su Cristicchi, sicuramente innescata da una encomiabile vera esperienza personale, in vista del Festival di Sanremo, viene magistralmente costruita la leggenda del suo impegno con i malati di mente, in modo da far diventare automaticamente impegnato il suo pop, e attirare così l'attenzione su di un "nuovo" argomento: la canzone d'autore impegnato.
I Tinariwen invece suonano canti tradizionali Tuareg su base blues elettrico alla Led Zeppelin, un po' come nello splendido "Talking Timbuktu" di Ali Farka Touré e Ry Cooder del 1991. Niente di nuovo? Macchè, questa volta è la leggenda della presunta passata appartenenza di alcuni membri della band alla falange rivoluzionaria Tuareg, forse armata dallo stesso Geddafi per combattere i vicini del Mali, a calamitare l'attenzione su di una minoranza etnica che ha i suoi diritti da rivendicare.
Ancora una volta un problema sociale o politico come strumento di promozione commerciale! E la comunicazione integrata confezionata ad arte per il Cristicchi e per i Tinariwen ricalca perfettamente questo concept: un corridoio da manicomio è lo sfondo della nuova pagina web del Cristicchi, mentre i Tinariwen imbracciano le loro chitarre come fossero mitra nella home del loro sito, a mo di sfida contro coloro che, anche solo con lo sguardo, osano insinuarsi nel loro deserto.
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Watching Mostly French and Danish productions, all Stanley Kubrick's filmography, Wim Wenders, Woody Allen, Roman Polanski, Godard, Truffaut, Jim Jarmusch, Ken Loach, Kieslowsky...