05/06/2009 - Leoncini (TM) 01/05/2009 - Under Manhattan Bridge in NYC 01/03/2009 - Domestic Violence #4 09/02/2009 - Damn Bad Day - Domestic Violence #1 12/12/2008 - Head and Seat 10/12/2008 - Benedetta in studio nel dicembre 2008 11/08/2008 - Road to Midelt (MA) 20/07/2008 - Donna indiana disperata 22/06/2008 - Desolation n°2 15/06/2008 - Gatto in Studio 24/05/2008 - Fiaba Migrante all'Arena del Sole 17/05/2008 - Revival del progetto incompiuto del 2006. Codename Life in a box 05/04/2008 - Dante Cigarini, attore 11/03/2008 - Narciso 09/03/2008 - Desolation n°1 08/03/2008 - Simona 14/02/2008 - Marco Ceccardi, esperto consulente in analisi chimiche industriali -   Focal: 85mm; Exposure 1/100s f/2.0 15/01/2008 - Sara 25/12/2007 - Giorgio Mantovani - Professore Universitario - Ob. 85mm f/1.8 10/12/2007 - Self portrait with anger 14/11/2007 - Bari 09/11/2007 - Window collapsed in Taipei (TW) - Vedi anche l'intero reportage: http://www.davidegazzotti.com/street/taipeihongkong07bw/ 02/11/2007 - Mother and Son 30/10/2007 - Hommage a Wong Kar-wai 22/10/2007 - Cibo asiatico alla piastra 19/10/2007 - Cercasi Mani Pulite anche ad Hong Kong 13/10/2007 - Campagna Nortek is here (test shot) 27/09/2007 - Test per campagna pubblicitaria Panasonic 24/09/2007 - 23/09/2007 - Marcel Marceau 23/09/2007 - Rino Piazzi, hair stylist - Ob. 85mm f/2.4 15/09/2007 - Matrimonio decisamente sfocato... 25/08/2007 - Lavandino a conca con miscelatore 22/08/2007 - Chiara e Piero 07/08/2007 - Capo Colonna (KR) - Nuovo screen saver 07/08/2007 - Donna con cane 26/07/2007 - Performance teatrale e musicale 19/07/2007 - Ritratto di Lamberto Dini, uomo politico esponente della Margherita 14/07/2007 - Beauty shooting in Bologna 13/07/2007 - Fashion in Bologna 09/07/2007 - Concerto di Yossou N'Dour a Bologna 03/07/2007 - 'L'inventore dei Sogni' di V. Lenzi e S. Chiarioni - Spettacolo di danza moderna al teatro Arena del Sole (BO) 16/06/2007 - La sposa al ricevimento 31/05/2007 - Stefano Scippa - http://www.frighteningpicnic.com 31/05/2007 - La poetessa Nicoletta Vignoli 25/05/2007 - 'L'inventore dei Sogni' di V. Lenzi e S. Chiarioni - Spettacolo di danza moderna al teatro Arena del Sole (BO) 12/05/2007 - Ritratto del pittore Gioacchino Loporchio alla galleria RestArt a Bologna - Guarda anche la fotografia: http://www.davidegazzotti.com/dblog/fotografia.asp?fotografia=121 07/05/2007 - Donna incinta 06/05/2007 - Gian Carlo Scarabelli - imprenditore 05/05/2007 - Loretta Lambertini - Sindaco di Granarolo dell'Emilia (Bologna) 03/05/2007 - Ritratto del maestro di Hip-Hop e Break-dance Luigi ...
 
\\ Home : Cerca
Di seguito gli articoli e le fotografie che contengono le parole richieste.

Ricerca articoli per Giorno

Sono quasi le tre del pomeriggio, e il baccano della tormenta si sta abbattendo sulla città. Con le sue violente raffiche di vento e pioggia, inframezzato dal vocìo della strada e dall'acre fumo dei tegami, mi ha sbattuto con forza giù dal letto dopo solo poche ore di sonno. Le ossa, il collo in particolare, mi fanno un po' male. Intorno solo tanti bicchieri di plastica rovesciati, qualche macchia sul tappeto e odore acido di liquori e di spezie, e del wok del ristorante sotto casa che sta sfriggendo carni e riso ormai da troppe ore.

 

Che serata ieri sera! Che bello vedere tanta gente in festa nel grande appartamento sperduto in questa immensa periferia che la compagnia mi ha messo a disposizione: c'erano tutti, e, quasi quasi, sono stati anche simpatici con me, anche se ci conosciamo e ci capiamo appena. Non avrei mai creduto che un po' di buon vecchio french touch che usciva dal mio lettore mp3, amplificato appena dai diffusori rigorosamente “Made in Taiwan” presi a prestito dal mio vicino, potessero creare una tale atmosfera... Merde, quanta merda rovesciata per terra. Azzz anche sul muro appena intonacato... speriamo che quel truce del padrone non s'incazzi poi se sarà difficile coprire l'odore da fetido bar di perifieria italiana che il martini e ore di sigarette hanno fatto già stagnare in questa casa. Dio che fastidio, vorrei vomitare.

Ora che ci penso, è una vita che non lo faccio. Da quando non fumo più, penso. Neanche dopo le sbronze più catastrofiche. Per questo, soprattutto per un ipocondriaco come me, non è bene star per vomitare. Proprio ora e per davvero, e per di più senza aver quasi toccato alcool ieri sera. Certo che per un ex-quasi-bulimico sto davvero mangiando troppo e male da quando sono lontano: dopo il pranzo di pesce crudo e riso al ristorante giapponese dove c'era anche la tipa mora e alta, dai lunghi capelli corvini decorati con fiori di campo porpora, che quasi quasi avrebbe potuto farmi di nuovo battere il cuore, ieri ho poi fatto aperitivo al lounge bar finto-newyorkerse in centro, ma bevendo quasi nulla... Poi, a cena, prima pollo, curry, tanto pollo e tanto curry a dire il vero, e tante altre cose e altre spezie, alla taverna locale, eppoi formaggi, ostriche e profumate delizie al ristorante francese. Infine, al termine della nottata, tutte le pizzette che avevo fatto arrivare apposta per intrattenere gli ospiti chiamati da me per l'after-dinner. Merda che nausea.

Nella patria della tecnologia di consumo non sono ancora dotato di una connessione internet domestica, incredibile. Il mio cellulare, chissà perchè, proprio qui non trasferisce dati, e tutto quello che riesco a fare è sbattermi da una parte e dall'altra della metropoli per restituire quasi ogni fine giornata la chiavetta da 16 Giga ricolma di sgargianti immagini da mal di stomaco. E il mio blog, e gli altri progetti, e non solo quelli, ne risentono... ho sempre tanto sonno, e tanto ritardo nel fare le cose. Proprio dal primo Giorno, proprio da quando sono salito sull'aereo alle 14 per uscirne a mezzanotte. Peccato che qui fossero le 8 del mattino, e che la prima riunione col mio agente distava solo due ore, e che a quasi quarant'anni le notti in bianco son pesanti...

Non sono più in occidente, ma neanche in estremo oriente forse. Sono qui, ora, ed è bellissimo. Ed è tutto molto, ma molto, strano, e molto istruttivo. Incantevole, vorrei dire, ma non so.

Peccato solo che ora non vorrei far altro che vomitare...

Taipei (Taiwan) - 07 ottobre 2007

 
Proprio l'altro Giorno registravo i dubbi sulla definizione dell'arte, ma di certo questa volta il gesto artistico vero è proprio è davvero molto semplice: caricare di tempera le zampette di uno scarafaggio eppoi lasciarlo scorrazzare su di una tela.
I risultati sono esteticamente e formalmente assolutament mediocri, ma la bizzarria del gesto in sè stesso stanno guadagnano un po' di immeritata notorietà al bizzarro autore, che si chiama Steven Kutcher ed è conosciuto con il nome di Bug Man: l'artista realizza i quadri grazie agli insetti.






Per dipingere le sue tele, infatti, non usa i pennelli ma le zampette dei "suoi collaboratori".
 
di davide del 02/02/2007 in Arte,  2536 link

Qualche Giorno fa ero all'inaugurazione della nuova galleria RestArt di un amico mercante d'arte. Mino, il gallerista, è sicuramente uno che le opere d'arte le sa vendere bene, e per la sua inaugurazione (ovviamente, per maggiore visibilità, in periodo ArteFiera) chi sceglie? Concedere un'opportunità ad un giovane emergente? No di certo. Celebrare un vecchio mostro sacro? Troppo impegnativo. ; - )


Succede invece che l'artista prescelto sembra piuttosto essere una conoscenza da facile televendita: il fiorentino Gianpaolo Talani (http://www.talani.it) presenta le sue opere originate da "strappi" di pezzi di muri da palazzi di Firenze usati come tele su cui appore i tipici viandanti della sua visione.

Punto più "qualificante" del curriculum artistico di Talani è proprio la citazione da parte di Vittorio Sgarbi, chissà dove e chissa come... Ciònonostante le opere possono piacere e, soprattutto, possono arredare, quindi fate un piacere al mio amico di RestArt: andate a visitarlo in Via Grabinsky 2/f a Bologna.

 
di davide del 18/02/2009 in Musica,  124556 link

E' vero che dalle finestre non riusciamo a vedere la luce perché la notte vince sempre sul Giorno e la notte sangue non ne produce, è vero che la nostra aria diventa sempre più ragazzina e si fa correre dietro lungo le strade senza uscita, è vero che non riusciamo a parlare e che parliamo sempre troppo. E' vero che sputiamo per terra quando vediamo passare un gobbo, un tredici o un ubriaco o quando non vogliamo incrinare il meraviglioso equilibrio di un'obesità senza fine, di una felicità senza peso. E' vero che non vogliamo pagare la colpa di non avere colpe e che preferiamo morire piuttosto che abbassare la faccia, è vero cerchiamo l'amore sempre nelle braccia sbagliate. E' vero che non vogliamo cambiare il nostro inverno in estate, è vero che i poeti ci fanno paura perché i poeti accarezzano troppo le gobbe, amano l'odore delle armi e odiano la fine della giornata. Perché i poeti aprono sempre la loro finestra anche se noi diciamo che è una finestra sbagliata. E Siamo noi a far ricca la terra noi che sopportiamo la malattia del sonno e la malaria noi mandiamo al raccolto cotone, riso e grano, e noi piantiamo il mais su tutto l'altopiano. Noi penetriamo foreste, coltiviamo savane, le nostre braccia arrivano ogni Giorno più lontane. Da noi vengono i tesori alla terra carpiti, con che poi tutti gli altri restano favoriti. E siamo noi a far bella la luna con la nostra vita coperta di stracci e di sassi di vetro. Quella vita che gli altri ci respingono indietro come un insulto, come un ragno nella stanza. Riprendiamola in mano, riprendiamola intera, riprendiamoci la vita, la terra, la luna e l'abbondanza. E' vero che non ci capiamo che non parliamo mai in due la stessa lingua, e abbiamo paura del buio e anche della luce, è vero che abbiamo tanto da fare e che non facciamo mai niente. E' vero che spesso la strada sembra un inferno o una voce in cui non riusciamo a stare insieme, dove non riconosciamo mai i nostri fratelli. E' vero che beviamo il sangue dei nostri padri, che odiamo tutte le nostre donne e tutti i nostri amici. Ma ho visto anche degli zingari felici corrersi dietro, far l'amore e rotolarsi per terra. Ho visto anche degli zingari felici in Piazza Maggiore ubriacarsi di luna, di vendetta e di guerra. Ho visto anche degli zingari felici corrersi dietro, far l'amore e rotolarsi per terra. Ho visto anche degli zingari felici in Piazza Maggiore ubriacarsi di luna, di vendetta e di guerra.
 
E' gelida ma sempre bellissima la Venezia del mio Giorno ai Giardini della 52a. Biennale d'Arte Contemporanea. E' Venezia: un fenomeno, non una città, se non in un senso tutto surreale e Calviniano del termine.

Pensa con i sensi - Senti con la mente. L'arte al presente” è il pay-off dell'edizione 2007 della più importante mostra di mostre d'arte contemporanea d'Europa, o, in inglese, “Think with senses – Feel with mind” senza il “the” di troppo, come mi ha fatto notare un amico filologo.


Se anche all'Arsenale spesso scarseggiano importanti novità e forti emozioni, le selezioni dei tradizionali padiglioni nazionali dei Giardini rappresentano un vero e proprio inno alla importanza della catena produttiva più che ai contenuti: lo sforzo creativo di light designer, installatori, curatori e esperti di comunicazione supera troppo spesso la qualità o l'innovatività delle opere, che troppe volte risultano deja-vue, o addirittura appaiano come derivative delle produzioni anni 80 o 90 in modo alquanto imbarazzante.


Molte le “cose belle” viste, ma mi hanno emozionato davvero pochi padiglioni. Non voglio citare la pregevole e osannata da critica e pubblico “Abbi cura di te” della francese Sophie Calle, perchè uno sopra tutti ha presentanto il mio personale modo di vedere con le immagini: la cinematografica video installazione “Le donne che non conosciamo” del regista catalano José Luis Guerin, all'interno della reinterpretazione del “Paradiso Spezzato” di Ezra Pound voluta dalla curatoria spagnola.




Interessante anche la mercificazione dell'opera d'arte ben rappresentata dalla curatoria - manco a dirlo - americana che ha scelto le opere del già visto Felix Gonzales-Torres: gli avventori, invitati a portarsi a casa uno o più poster, diventano propagini viventi dell'installazione, e, sparsi per tutta Venezia, riconoscibili per i rotoli cartacei sotto braccio, incarnano la realizzazione del consumismo alla “take away”, che, infine, trova pace nel cestino delle pattumiere o dei nostri ingordi stomaci.



Troppo didascalica e davvero fuori tema l'opera fotografica presentata nel padiglione del Venezuela. Troppo rifinito invece il sottile concept della poetica del complesso di inferiorità nel “The Homo Species” del koreano Hyungkoo Lee.


Su quest'ennesima VERTIGO installativa non mi dilungo oltre, ma mi auguro solo che ogni tanto più ampia parte dei budget milionari che servono a produrre eventi del genere siano dedicati alla scoperta di nuovi e più inesplorati territori della comunicazione emotiva.


L'intero diario fotografico si trova qui.

Update 24/11/2007: interessante il commento ai "Giardini della Biennale" di Nadia, che si trova qui.

Update 28/11/2007: Paola mi segnala l'interessante video-installazione "I wil die" di Yang Zhenzhong:
 
di davide del 02/09/2007 in Blogging,  2562 link

Il mio cardiofrequenzimetroAvevo già parlato del mio nuovo cuore ingrandito, fisiologicamente almeno. Stamattina dopo colazione il mio recente spirito serenamente ipocondriaco ha fatto si che mi controllassi da capo a piedi: quanto chili ho preso tutto il tempo che son stato via, la pressione, i battiti... il cuore... già il cuore...

Et voila, la sorpresa: 51/52 battiti al minuto a riposo! Solo fossi stato meglio indirizzato da bambino, che atleta che sarei potuto diventare... ; - )

Un cuore che rallenta, poi, non è affatto male, anche se mi mancano un po' le sferzate di adrenalina, il sangue alla testa, le emozioni, le arrabbiature... ma ora va bene così: ora è tutto davvero mediamente bello, che fortuna che ho. Magari anche la fortuna, un Giorno, di farlo battere forte di nuovo questo cuore, magri anche a partire da oggi - alba di un nuovo Giorno - come canta l'urlo malinconico di Matthew Bellamy in "Feeling good" dei Muse.

"Feeling Good"

Birds flying high you know how I feel
Sun in the sky you know how I feel
Reeds driftin' on by you know how I feel

It's a new dawn
It's a new day
It's a new life
For me
And I'm feeling good

Fish in the sea you know how I feel
River running free you know how I feel
blossom in the trees you know how I feel

It's a new dawn
It's a new day
It's a new life
For me
And I'm feeling good

Dragonfly out in the sun you know what I mean, don't you
know
Butterflies all havin' fun you know what I mean
Sleep in peace when day is done
And this old world is a new world
And a bold world
For me

Stars when you shine you know how I feel
Scent of the pine you know how I feel
Oh freedom is mine
And I know how I feel

It's a new dawn
It's a new day
It's a new life
For me
And I'm feeling good

"Feeling good" dal CD "Origin of Symmetry" dei Muse (2001)

 
Il mio blog me lo sono prescritto alla fine di gennaio del 2007: ho installato sul mio sito vecchio di sette anni (e si vede) dblog, una piattaforma open, e riversato una dozzina di articoli scritti su myspace per gioco, e quindi ho cominciato a registrare irregolarmente, col tono un po' saputello del professorino mancato, parte di quello che mi capitava sotto gli occhi o dentro le meningi al solo scopo di autocelebrazione personale, senza nessuna velleità che la mia vena artistica o comunicativa fosse degna di qualsiasi attenzione o di pubblico. D'altra parte esistono blog di professionisti della comunicazione che invece meritano davvero visite e successo, per qualità e/o originalità dei contenuti.
Quasi subito trovo l'inziativa di sid05, che a sua volta riprendeva una analogo post virale dalla blogsfera anglofona, delle facce di 2000 blogger italiani. Subito mi iscrivo, entro in "lista" ma pubblico il post virale in questione solo con almeno una 20ina di giorni di ritardo, ma retrodatato.
Ieri leggo (non so più dove) che una piattaforma di nanoblogging (fenomeno di cui si parla in tutte le salse), tumblnr, è ancora altamente insatura. Quindi accendo l'account davidephoto.tumblnr.com e posto solamente 1 foto appena postata sul mio blog e i link al mio sito ed al mio blog. Succede che:
  • Raddoppiano i visitatori unici sul blog (da 70 a 150 visitatori al Giorno)
  • Triplicano le pagine lette sul blog (da 120 a 450 al Giorno)
  • Si moltiplicano a dismisura anche i link uscenti
  • Secondo Technorati ed altri tool di ranking la posizione in classifica del mio blog, per quello che vale, aumenta radicalmente ed immeritatamente in un paio di giorni soltanto
Progressioni del genere non le avevo ottenute neanche quelle 3 o 4 volte che sono stato linkato da importanti blog di professionisti della comunicazione. La mia interpretazione:
  • Il solo essere presenti nelle social network globali, quando ai loro inizi sono poco popolate anche se inspiegabilemnte molto popolari perchè ne parlano tutti (come la semplice e poco abitata internet di 12 anni fa quando mi affacciai al web), anche se senza contenuti causa curiosità, e quindi traffico.
  • L'autocitarsi, i meme virali come "2000 bloggers" e molti altri, e i meccanismi sociali di commenti e controcommenti, esaltati dai tool di ranking come Technorati non determinano il successo (ovvero l'utilità sociale) di una pubblicazione. Tantomeno ne qualificano la qualità, che, per altro, è assolutamente soggettiva.
  • Il traffico ora iniettato sul mio blog dall'effetto contemporaneo "tumblnr + esposizione di un meme" è traffico "finto", ovvero fatto per lo più di blogger non interessati ai contenuti (di qualità discutibilissima) del mio blog. Calerà presto per tornare ai volumi precedenti.
  • Vantaggi per me? Nessuno.
Ho tralasciato qualche considerazione? Immagino di sì...
Buona festa della liberazione.
 
Cristina DonàIl mio cardiofrequenzimetroPochi giorni fa è uscito l'ultimo bel disco di Cristina Donà, ma riascolto tuttora spesso i suoi primi folgoranti lavori ("Tregua" e "Nido") realizzati nel contesto creativo dei primi anni 90, in quel subbuglio del rock italiano che stava producendo la Mescal Records.
E domani è il suo quarantesimo compleanno: auguri Cristina : - )
Proprio ieri, come cantava Cristina in "Triathlon", ho registrato il mio battito minimo... mi devo preoccupare?

"Cristina Donà è la più grande cantautrice italiana e lo è suo malgrado. Perché, come accade a certi grandi artisti, se all'origine dell'espressione creativa non ci fosse un'esigenza profonda di verità su se stessi e sulla vita che si vive, la loro natura li avrebbe condotti ad altre occupazioni, forse più semplici e tranquillizzanti. E, invece, scrivere canzoni e cantare per Cristina Donà ha a che fare con un desiderio insopprimibile di vederci chiaro e di capire come debba essere vissuta questa vita che sembra scapparci da tutte le parti." - (Stas' Gawronski, critico letterario, dal sito di RaiLibro)
So che un braccio dopo l’altro
porterò a destinazione
questo corpo calpestato
dalle tue rigide mancanze.
Ho attraversato giorni da diluvio universale,
ora so scivolare sull’acqua...è una questione orizzontale.
Scivolerò sui tuoi rimpianti
mai pianti con me.
Scivolerò, ma il tuo amore dov’ era?
Tengo al minimo il battito,
controllo che il respiro non ceda.
Tengo al minimo il battito,
controllo che il respiro mi segua.
La ruota davanti m’implora di non insistere con la pressione.
Il cuore sul manubrio
sembra pronto a decollare.
Hai trasformato pianure in salite devastanti,
ora tornerò a sognare coi miei occhi scintillanti.
Aumento la distanza, il vantaggio su di te
e non aspetto che qualcun altro provveda.
Tengo al minimo il battito,
controllo che il respiro non ceda.
Tengo al minimo il battito,
controllo che il respiro mi segua.
I piedi toccano terra, comincerà la resurrezione.
E’ l’ultima parte di fuga, vedo la polvere che si solleva.
Fuori da un passato confuso con dentro l’alibi di una visione,
continuerò la corsa, ma non sono più preda.
Tengo al minimo il battito,
controllo che il respiro non ceda.
Tengo al minimo il battito,
controllo che il respiro mi segua

Cristina Donà - "Triathlon" da "Dove sei tu" - 2003

Il sole a settembre mi lascia vestire ancora leggera, il fiume riposa negli argini aperti di questa distesa.
Tu mi dicevi che la verità e la bellezza non fanno rumore: basta solo lasciarle salire, basta solo lasciarle entrare.
E' tempo di imparare a guardare. E' tempo di ripulire il pensiero. E' tempo di dominare il fuoco. E' tempo di ascoltare davvero.
L'amore a settembre mi ha fatto sentire ancora leggera. Il Giorno sprofonda nei solchi bruciati di questa distesa.
Tu lo sapevi che nessuna gioia nasce senza un dolore? Basta solo farlo guarire, basta lasciarlo entrare.
E' tempo di imparare a guardare. E' tempo di ripulire il pensiero. E' tempo di dominare il fuoco. E' tempo di ascoltare davvero. E' tempo di imparare a cadere. E' tempo di rinunciare al veleno. E' tempo di dominare il fuoco. E' tempo di ascoltare davvero.
L'amore a settembre mi ha fatto sentire ancora leggera.

Cristina Donà - "Settembre" da "La quinta stagione" - 2007
 
PHOTO SARAH SAUDEKOrmai ha quasi quarant'anni la bella Sarah Saudek (o, come si dice, Sarah Saudkova). Nata nel 1967 in Repubblica Ceca, si è laureata all'Università di Economia di Praga. Ha prima condotto un programma TV e ne ha fatto da autrice, per poi diventare partner, modella e manager di Jan Saudek.

Jan e Sarah

Jan Saudek (classe 1935) è indubbiamente il primo grande fotografo moderno della Repubblica Ceca, ed è famoso per i suoi crudi nudi che focalizzano, con tecnica ruvida, un erotismo grottesco e intrigante, sia nella forma che nel contenuto. Wikipedia ci suggerisce di non confonderlo con il quasi omonimo Josef Sudek (1896-1976), che, francamente, non sapevo neanche chi fosse. Sarah invece oggi è descritta su www.saudek.com che Jan e Sarah condividono, come "il braccio destro" del fotografo Jan Saudek. Col lavoro di assistente, Jan Saudek la ha introdotta alla fotografia: "Il maestro Jan mi ha insegnato l'artigianato della fotografia, perchè non c'è scuola migliore...".
Sarah Saudek ha cominciato a realizzare le prime fotografie tutte sue nello studio di Jan nei tardi anni 90 (i primi lavori pubblicati sono datati 1998), ed ha successivamente dimostrato una certa abilità a sviluppare uno stile proprio, pur nell'esplorazione di territori simili a quelli del proprio mentore. C'è femminilità e una qualche tenerezza nel suo lavoro. Dopo un paio d'anni che fotografava, Jan affermò addirittura che le immagini di Sarah erano superiori alle sue. Potenza dell'amore? Può darsi. Di certo la raffinata ruvidità della visione e della tecnica del Maestro, qui addolcita, lascia posto ad una imperfezione tecnica meno piacevole.

The Kiss
Forse il più forte dei suoi lavori giovanili è 'The Kiss', 1999, che dimostra un deciso approccio grafico al soggetto, riprendendolo dal basso: una vista d'effetto di un semplice atto. Altra immagine significativa è 'The Tenderness' (2000), un'altra coppia, questa volta nudi, in ginocchio, ma ripresi dall'alto.

The Kiss - PHOTO SARAH SAUDEK
The Kiss, 1999 - PHOTO SARAH SAUDEK

The Tenderness - PHOTO SARAH SAUDEK
The Tenderness, 2000 - PHOTO SARAH SAUDEK

L'intimità
Ci sono immagini di Sarah che potebbero offendere qualcuno per via della presenza del nudo o anche di atti sessuali espliciti, ma di certo non si tratta di nulla di pornografico o di bassamente stimolante, anzi, piuttosto, l'immaginario di Sarah Saudeck tende a rappresentare il lato più divertente e commovente della sensualità. C'è una profonda intimità in molto del suo lavoro, un senso di essere parte di una famiglia che si ama, come in 'Holy Virgin', 2003, in cui Sarah impersona la Madonna, 'The 1st Step' e 'Vis & Vis'. In molte di queste immagini viene celebrata la vita.

Holy Virgin, 2003 - PHOTO SARAH SAUDEK
Holy Virgin, 2003 - PHOTO SARAH SAUDEK

Vis a vis, 2003 - PHOTO SARAH SAUDEK
Vis a vis, 2003 - PHOTO SARAH SAUDEK

Il centro del mondo
Il celebre quadro di Gustave Courbet 'L'Origine del Mondo', (che si trova al Musee d'Orsay di Parigi) all'epoca della realizzazione (1866) turbava gli osservatori semplicemente mostrando un torso di donna a gambe aperte. 'The Middle of the World' della Saudek, 2001, riprende da un punto di vista simile il pancione di una donna incinta, ma gioca sull'idea del mondo mostrando la pancia sotto forma di enorme globo. Difficilmente ci sarà qualcuno che si turba per queste cose oggiGiorno, piuttosto c'è da farsi una simpatica risata.

The Middle of the World - PHOTO SARAH SAUDEK
The Middle of the World, 2001 - PHOTO SARAH SAUDEK

The Priest
Finita la scorpacciata maternalista decisamente autobiografica, le immagini della Saudek sono tornate a percorrere il terreno dell'irriverente denuncia della componente carnale dell'uomo. E non potreva mancare un'immagine sicuramente controversa come quella del prete omosessuale.

The Priest, 2005 - PHOTO SARAH SAUDEK
The Priest, 2005 - PHOTO SARAH SAUDEK

Per finire
La fotografia di Sarah risulta decisamente influenzata da quella di Jan Saudek, peccato manchi di quella forza espressiva e quella ricercata ruvidità tecnica che hanno reso famoso l'immaginario erotico del suo grande mentore. Manca quella sofferenza che trasuda da ogni poro della pelle del grande Jan Saudek.
Malgrado l'indubbia bravura, nella storia della fotografia la bella Sarah è stata per ora forse più importante come musa e come editor di Jan, che come fotografa; malgrado ciò è davvero piacevole una sosta ragionata almeno al sito internet.
 
di davide del 10/01/2010 in Fotografia / Arte,  123668 link
L’autodafè di Jean-Baptiste

Salvo pentimenti dell’ultimo minuto, il rogo sarà appiccato domani, lunedì 11 gennaio 2009, in una qualche piazza di Chalon-sur-Saone, in Borgogna. Il fotografo francese Jean-Baptiste Avril-Bodenheimer ha infatti annunciato che brucerà volontariamente e clamorosamente tutti i negativi originali (17 rullini da 36 immagini ciascuno) prodotti nel corso di un suo laborioso progetto di documentazione sulle architetture moderniste di Tel-Aviv. Si tratta, è chiaro, di un gesto di protesta estrema: contro il mercato della fotografia. Lavoro di un anno intero, concluso con una mostra offerta gratuitamente dallo stesso autore a un museo israeliano, poi caduta nel vuoto: nessuna sponsorizzazione, nessun sostegno, nessun acquisto, neppure da parte delle istituzioni che prima avevano incoraggiato a parole l’operazione e poi avevano sfruttato senza ripagarla la generosità dell’autore.

Non sarà il primo fotografo tentato da un gran gesto in stile Fahrenheit 451: altri tentarono di consegnare alle fiamme, in punto di morte, la propria opera: Ernest J. Bellocq, il mite fotografo del Red Light District di New Orleans non riuscì (per nostra fortuna) a portare con sé nella tomba i teneri e divertenti ritratti delle sue affezionate prostitute; mentre il reverendo Lewis Carrol fece in tempo a far sparire le più imbarazzanti foto delle sue piccole Alici in deshabillé.

Ma Jean-Baptiste non si vergogna affatto del suo lavoro. Al contrario. Accusa il sistema di disinteressarsene. “L’arte è un lavoro che va a beneficio della società, e va pagato”. Jean-Baptiste dirà probabilmente qualcosa del genere davanti alla telecamera che filmerà il falò di domani. Per sé, terrà solo una sola serie di12 stampe del suo lavoro sacrificato sull’altare della società ingrata. Il luogo scelto per la drammatica rappresentazione non potrebbe essere più appropriato: Chalon infatti è il paese in cui fu scattata da Nicéphore Nièpce, che vi aveva la casa di famiglia, la presunta “prima fotografia del mondo”, la confusa veduta dalla sua finestra realizzata al bitume su una lastra di peltro nel 1826.

Fine di un’era? Ma i fotografi hanno sempre menato vita grama. La camera oscura è molto oscura per chi spera di camparci sopra. “Vuoi fare fotografie? Apri una drogheria”, raccomandò un Giorno il nostro grande Gianni Berengo Gardin a chi gli chiedeva consigli di carriera. Non è un ideale, ma è una realtà. Insomma al mondo ci sono sicuramente più geni incompresi che fotografi arrivati. Jean-Baptiste però ha scelto una forma simbolica di protesta che ce lo rende simpatico: è vero, nel sistema della fotografia (committenze, mostre, gallerie, aste, insomma mercato) oggi c’è una gran puzza di bruciato.

Scritto da Michele Smargiassi domenica, 10 gennaio 2010 alle 10:00 su Repubblica.it
 
di davide del 04/03/2007 in Musica,  2717 link
Lo sapevano tutti, ed ha vinto Simone Cristicchi con la sua bella riedizione pop del volo iniziale(e finale) di Tom Tom in Million Dollar Hotel di Wim Wenders ; - )
Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore

Mi chiamo Antonio e sono matto
Sono nato nel ’54 e vivo qui da quando ero bambino
Credevo di parlare col demonio
Così mi hanno chiuso quarant’anni dentro a un manicomio
Ti scrivo questa lettera perché non so parlare
Perdona la calligrafia da prima elementare
E mi stupisco se provo ancora un’emozione
Ma la colpa è della mano che non smette di tremare

Io sono come un pianoforte con un tasto rotto
L’accordo dissonante di un’orchestra di ubriachi
E Giorno e notte si assomigliano
Nella poca luce che trafigge i vetri opachi
Me la faccio ancora sotto perché ho paura
Per la società dei sani siamo sempre stati spazzatura
Puzza di piscio e segatura
Questa è malattia mentale e non esiste cura

Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore

I matti sono punti di domanda senza frase
Migliaia di astronavi che non tornano alla base
Sono dei pupazzi stesi ad asciugare al sole
I matti sono apostoli di un Dio che non li vuole
Mi fabbrico la neve col polistirolo
La mia patologia è che son rimasto solo
Ora prendete un telescopio… misurate le distanze
E guardate tra me e voi… chi è più pericoloso?

Dentro ai padiglioni ci amavamo di nascosto
Ritagliando un angolo che fosse solo il nostro
Ricordo i pochi istanti in cui ci sentivamo vivi
Non come le cartelle cliniche stipate negli archivi
Dei miei ricordi sarai l’ultimo a sfumare
Eri come un angelo legato ad un termosifone
Nonostante tutto io ti aspetto ancora
E se chiudo gli occhi sento la tua mano che mi sfiora

Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore

Mi chiamo Antonio e sto sul tetto
Cara Margherita son vent’anni che ti aspetto
I matti siamo noi quando nessuno ci capisce
Quando pure il tuo migliore amico ti tradisce
Ti lascio questa lettera, adesso devo andare
Perdona la calligrafia da prima elementare
E ti stupisci che io provi ancora un’emozione?
Sorprenditi di nuovo perché Antonio sa volare

Simone Cristicchi - Ti regalerò una rosa

UPDATE: Riguardo alla produzione del video di Alberto Puliafito, ecco un pezzo tratto da La Repubblica - Torino (di Federica Cravero):
TORINO - Quando Simone Cristicchi ha trionfato sul palcoscenico dell´Ariston, anche un gruppetto di torinesi ha sentito la vittoria come propria. Sono gli autori del videoclip di Ti regalerò una rosa, la lettera d´amore di un malato di mente che Cristicchi ha cantato a Sanremo. Regia di Alberto Puliafito, montaggio di Fulvio Nebbia e Michela Sessa, direttore della fotografia Gianni Giannelli e postproduzione della Lumiq (colorist Giorgia Meacci). Una collaborazione, quella con il cantante, nata per caso proprio durante lo scorso Sanremo, quando Puliafito, che realizzava immagini per videofonini, si è imbattuto in un ragazzo che gestiva il blog di Cristicchi, allora famoso perché voleva «essere come Biagio Antonacci». Il rapporto si è consolidato e quest´estate hanno lavorato alla realizzazione del video Ombrelloni, clip autoprodotta poi acquistata dalla Sony.

Per mesi questo gruppetto di ragazzi è andato su e giù per l´Italia in quel che resta degli ospedali psichiatrici, a caccia di immagini, lettere e testimonianze di ex pazienti e infermieri. Il video della canzone fa parte di un progetto più ampio che comprende anche un libro, uno spettacolo teatrale e un documentario sulla realtà, oggi, dei manicomi in Italia, dove Cristicchi ha fatto volontariato, tra riconversione in centri diurni e locali abbandonati. E proprio dal documentario, presentato in anteprima a Sanremo e venduto insieme all´album, sono state tratte le immagini del videoclip. «Per la prima volta ho fatto il tifo per qualcuno a Sanremo - ammette il regista - Ma al di là del giudizio di parte penso che sia una canzone molto bella, con un finale triste e forte. Alla fine è venuto fuori un video impegnato ma non strappalacrime».

(6 marzo 2007)
 
John GiornoJohn Giorno (nato a New York nel 1936) è uno dei più noti poeti e performance artist dell'area sperimentale americana.
Nel 1968 fondò il Giorno Poetry System Institute, una struttura destinata a promuovere lo sviluppo della comunicazione tra poeti e pubblico, e l'anno successivo avviò, presso il Modern Art Museum di New York ed in numerose altre sedi, un servizio denominato Dial-A-Poem, attraverso il quale, componendo alcuni numeri telefonici, era possibile ascoltare cinque minuti di poesia. Un'interessante iniziativa parallela a questa è stata Dial-A-Poem Poets, una vera e propria "rivista orale" costituita da una collana di dischi in vinile che presentava, tra l'altro, il meglio del panorama internazionale della poesia sonora.

Ha realizzato programmi radiofonici, pubblicato versi su scatole di fiammiferi, magliette, tendine da finestra, tavolette di cioccolata, ecc. Performer di notevole impatto sul pubblico per la sua presenza scenica e le sue qualit vocali, svolge anche attivit di attore. Nel 1963 ha lavorato nel film di Andy Warhol Sleep, ed ha collaborato anche con William Burroughs.
E' anche un attivista a favore della lotta contro l'AIDS.

Su ubu.com si trova una compilation di sue pubblicazioni audio di notevole impatto, mentre da non perdere l'ottimo video di "Just say no to family values" dove Giorno recita diretto nel 2005 da Antonello Faretta: l'artista newyorkese tramite il paradosso dei suoi versi sembra irridere al clamore tutto italiano innescato dalle polemiche sui DICO. Questo video risulta proprio in tema con il Family Day prossimo venturo.
In effetti, risulta essere l'ennesima istrionica modalità di dissenso, però sarà sufficiente "fare all'amore e praticare la compassione"?

JUST SAY NO TO FAMILY VALUES

On a day when
you're walking
down the street
and you see
a hearse
with a coffin,
followed by
a flower car
and limos,
you know the day
is auspicious,
your plans are going to be
successful;
but on a day when
you see a bride and groom
and wedding party,
watch out,
be careful,
it might be a bad sign.

Just say no
to family values,
and don't quit
your day job.

Drugs
are sacred
substances,
and some drugs
are very sacred substances,
please praise them
for somewhat liberating
the mind.

Tobacco
is a sacred substance
to some,
and even though you've
stopped smoking,
show a little respect.

Alcohol
is totally great,
let us celebrate
the glorious qualities
of booze,
and I had
a good time
being with you.

Just
do it,
just do it
just don't
not do it,
do it.

Christian
Fundamentalists,
and fundamentalists
in general,
are viruses,
and they're killing us,
multiplying
and mutating,
and they destroying us,
now, you know,
you got to give
strong medicine
to combat
a virus.

Who's buying?
good acid,
I'm flying,
slipping
and sliding,
slurping
and slamming,

I'm sinking,
dipping
and dripping,
and squirting
inside you;
never
fast forward
a cum shot;
milk, milk,
lemonade,
round the corner
where the chocolate's made;
I love to see
your face
when you're suffering.

Do it
with anybody
you want,
whatever
you want,
for as long as you want,
any place,
any place,
when it's possible,
and try to be
safe;
in a situation where
you must abandon
yourself
completely
beyond all concepts.

Just say no
to family
values.

We don't have to say No
to family values,
cause we never
think about them;
just
do it,
just make
love
and compassion.

John Giorno, 1995

 
Trovato in rete, mi ha fatto sorridere...
«Vorrei solo rendere "giustizia" a una generazione, quella di noi nati agli inizi degli anni '80 (o qualche anno più o anno meno).
Quelli che vedono la casa acquistata allora dai nostri genitori valere oggi 20 o 30 volte tanto, e che pagheranno la propria fino ai 50 anni.
Noi non abbiamo fatto la Guerra, né abbiamo visto lo sbarco sulla luna, non abbiamo vissuto gli anni di piombo, né abbiamo votato il referendum per l'aborto e la nostra memoria storica comincia coi Mondiali di Italia '90. Per non aver vissuto direttamente il '68 ci dicono che non abbiamo ideali, mentre ne sappiamo di politica più di quantocredono e più di quanto sapranno mai i nostri fratelli minori e discendenti.
Babbo Natale non sempre ci portava ci che chiedevamo, per ci nonostante quelli che sono venuti dopo di noi sì che hanno avuto tutto, e nessuno glielo dice.
Siamo l'ultima generazione che ha imparato a giocare con le biglie, a saltare la corda, a giocare a lupo, a un-due-tre-stella, e allo stesso tempo i primi ad aver giocato coi videogiochi, ad essere andati ai parchi di divertimento o aver visto i cartoni animati a colori.
Abbiamo indossato pantaloni a campana, a sigaretta, a zampa di elefante e con la cucitura storta; la nostra prima tuta è stata blu con bande bianche sulle maniche e le nostre prime scarpe da ginnastica di marca le abbiamo avute dopo i 10 anni. E il bomber? Le All star? Le superga?Le clarks?
Andavamo a scuola quando il 1 novembre era il Giorno dei Santi e non Halloween, quando ancora si veniva bocciati, siamo stai gli ultimi a fare la Maturità in sessantesimi e ad iscriversi alle lauree quadriennali (quelle che valgono veramente) e a finirle in sei. Alcuni sono anche i pionieri del 3+2...
Siamo stati etichettati come Generazione X e abbiamo dovuto sorbirci Sentieri e i Visitors, Twin Peaks e Beverly Hills ti piacquero per Candy-Candy, ci siamo innamorate dei fratelli di Georgie, abbiamo riso con Spank, ballato con Heather Parisi, cantato con Cristina D'Avena e imparato la mitologia greca con Pollon. Siamo una generazione che ha visto Maradona fare campagne contro la droga. Cresciuti col mito di Van Basten e che hanno visto San Siro cambiare per Italia'90.
Siamo i primi ad essere entrati nel mondo del lavoro come Co.Co.Co. e quelli per cui non gli costa niente licenziarci. Ci ricordano sempre fatti accaduti prima che nascessimo, come se non avessimo vissuto nessun avvenimento storico. Abbiamo imparato che cos'è il terrorismo, abbiamo visto cadere il muro di Berlino, e Clinton avere relazioni improprie con la segretaria nella Stanza Ovale; siamo state le più giovani vittime di Cernobyl.
Abbiamo imparato a programmare un videoregistratore prima di chiunque altro, abbiamo giocato a Pac-Man, odiamo Bill Gates e credevamo che internet sarebbe stato un mondo libero. Abbiamo visto prima di chiunque altro il compact disc, detto anche cd room ora semplice cd. Gli ultimi ad aver usato e posseduto un mangianastri.
Siamo la generazione di Bim Bum Bam, di Clementina-e-il-Piccolo-Mugnaio-Bianco e del Drive-in. Siamo la generazione che and al cinema a vedere i film di Bud Kamen, e gli ultimi a usare dei gettoni del telefono. Ci siamo emozionati con Superman, ET o Alla Ricerca dell'Arca Perduta.
Bevevamo il Billy e mangiavamo le Big Bubble, ma neanche le Hubba Bubba erano male; al supermercato le cassiere ci davano le caramelline di zucchero come resto. Siamo la generazione di Crystal Ball ("con Crystal Ball ci puoi giocare..."), delle sorprese del Mulino Bianco, dei mattoncini Lego a forma di mattoncino, dei Puffi, i Volutrons, Magnum P.I., Holly e Benji, Mimì Ayuara, l'Incredibile Hulk, Poochie, Yattaman, Iridella, He-Man, Lamù, Creamy, Kiss Me Licia, i Barbapapà, i Mini-Pony, le Micro-Machine, Big Jim e la casa di Barbie di cartone ma con l'ascensore.
La generazione che ancora si chiede se Mila e Shiro alla fine vanno insieme.
La generazione che non ricorda l'Italia Mondiale '82, e che ci viene un riso smorzato quando ci vogliono dare a bere che l'Italia di quest'anno è la favorita...
L'ultima generazione a vedere il proprio padre caricare il portapacchi della macchina all'inverosimile per andare in vacanza 15 giorni.
L'ultima generazione degli spinelli, delle canne...
Guardandoci indietro è difficile credere che siamo ancora vivi:
viaggiavamo in macchina senza cinture, senza seggiolini speciali e senza air-bag; facevamo viaggi di 10-12 ore. Non avevamo porte con protezioni, armadi o flaconi di medicinali con chiusure a prova di bambino. Andavamo in bicicletta senza casco né protezioni per le ginocchia o i gomiti. Le altalene erano di ferro con gli spigoli vivi e il gioco delle penitenze era bestiale.
Non c'erano i cellulari. Andavamo a scuola carichi di libri e quaderni, tutti infilati in una cartella che raramente aveva gli spallacci imbottiti, e tanto meno le rotelle!!
Mangiavamo dolci e bevevamo bibite, ma non eravamo obesi. Al limite uno era grasso e fine. Ci attaccavamo alla stessa bottiglia per bere e nessuno si è mai infettato. Non avevamo Playstation, Nintendo 64, videogiochi, 99 canali televisivi, dolby-surround, cellulari, computer e Internet, per ce la spassavamo tirandoci gavettoni e rotolandoci per terra tirando su di tutto; bevevamo l'acqua direttamente dalle fontane dei parchi, acqua non imbottigliata, che bevono anche i cani! E le ragazze si intortavano inseguendole per toccar loro il sedere e giocando al gioco della bottiglia o a quello della verità, non in una chat dicendo :P
Abbiamo avuto libertà, fallimenti, successi e responsabilità e abbiamo imparato a crescere con tutto ciò.
Congratulazioni a tutti coloro, che come me, hanno avuto la fortuna di crescere come bambini.»
Rendiamo giustizia ad una generazione
Alessandro Marcias
buncone@tiscali.it

 
PHOTO SPENCER TUNICK"Non è pornografico, non è volgare. E' creare nuove forme con i nostri corpi" Spencer Tunick

Ottenuto il Bachelor of Arts nel 1988, il newyorkese Spencer Tunick cominciò a fotografare nudi nelle vie di New York nel 1992, ed è molto conosciuto proprio per le sue fotografie che ritraggono folti gruppi di persone nude in contesti urbani o paesaggistici insoliti, non solo negli Stati Uniti, ma anche in tutto il mondo.
Le sue non sono semplici fotografie in posa, ma complesse installazioni con le quale Tunick, loro regista, vuole celebrare la bellezza artistica della pura nudità, al di là della taglia o del colore della pelle, quando ci si è spogliati di abiti e di pudore, e magari ci si è sdraiati sull’asfalto della nostra città.

"Generalmente lavoro alle prime ore dell'alba perché le persone sono più distese, meno violente, e poi non amo la luce piena del Giorno, preferisco colori come il blu inchiostro o il grigio. Per le mie foto non capita mai che selezioni le persone in base a criteri di bellezza fisica, ritraggo solo chi me lo chiede espressamente"
E così l’artista invade gli spazi metropolitani e naturali componendo strade, architetture e paesaggi di nudo umano. Nelle sue foto centinaia di corpi nudi, si costituiscono come parte del paesaggio. I nudi di Spencer Tunick non hanno niente a che fare con le rivendicazioni di ideali comunitari d'amore libero su modello Woodstockiano: la sua finalità è quella di restituire al corpo umano, nella sua imperfezione, la sua inalienabile dignità.

Le immagini scattate da Spencer Tunick raccontano di centinaia di centinaia di corpi che denudati perdono le loro differenze. Simmetrico, patinato, perfetto, è questo il corpo che la gran parte dei media c'impongono. Su questo stereotipo culturale riflette il lavoro di Tunick, immagini dove i corpi perdono, le loro caratteristiche corporali per acquisire quelle di forme astratte in un paesaggio metropolitano. Ma c’è anche qualcosa di più. Le sue foto descrivono paesaggi epici, antichissimi o forse di un futuro in cui sarà accaduto qualcosa di bellissimo o di terribile, ma comunque irreparabile. Da cui non si torna indietro.

Nel suo sito Tunick raccoglie le immagini archiviandole come "temporary site-related installations" e non si dilunga sulla "filosofia" che guida le sue composizioni: in poche righe riassume il suo punto di vista mentre, al contrario, racconta più dettagliatamente la battaglia legale affrontata per far valere il proprio diritto di esprimersi in base al primo emendamento della costituzione americana. Dopo anni di attività ha proseliti in tutto il mondo, ma ancora nessuno è riuscito a oscurare la sua fama e il formidabile attivismo. In cambio, il suoi modellli non chiedono assolutamente nulla: sono "volontari" chiamati attraverso la rete o con un passaparola in grado di solcare gli oceani pronti a posare in quel determinato luogo e a quell'ora, naturalmente senza nemmeno un braccialetto. Diventare "tunickomani" è facilissimo: è sufficiente indicare i propri dati nel form "sign to pose" ("firma per posare") e indicare la tonalità di colore della propria pelle. Quindi inviare. Spencer non richiede la "bella presenza", ma l'adesione al suo progetto che oggi si chiama "Naked World".

(NicoleDiver su thepillowbook)


PHOTO SPENCER TUNICK

PHOTO SPENCER TUNICK

PHOTO SPENCER TUNICK

Vai alla fotogallery. Clicca qui! Esilarante, ironica, audace o impudente e triviale?
Una nuova frontiera dell’arte figurativa o un’offesa al pubblico decoro?
Oppure semplicemente un'altra storia di ordinaria follia?
Non solo ai posteri l’ardua sentenza, se consideriamo che Spencer Tunick alla fine è uscito vincitore da tutte le battaglie legali e che le sue fotografie si sono guadagnate un posto in prima fila nei musei d’arte contemporanea. Nudi e crudi, come mamma ci ha fatto. Di tutte le taglie, di ogni colore. E' così che ci vuole Spencer Tunick, spogliati di abiti e di pudore magari sdraiati sull’asfalto delle nostre città. Ma il fine è nobile e sublime: la celebrazione della "bellezza artistica della pura nudità”.
Vai alla fotogallery. Clicca qui! Una proposta troppo indecente? Dipende.
Certamente sì per Rudolph Giuliani, ex sindaco di New York, che fece arrestare Tunick nel 1999 per aver fatto distendere 50 corpi nudi a Times Square. Assolutamente no per il governo del Canada che lo ha invitato come ospite d’onore, o in Russia dove lo stesso direttore di un grande museo ha posato senza veli, o in Australia e Spagna con le adesioni trionfali di 4500 e 7000 volontari con i glutei gioiosamente al vento.
Vai alla fotogallery. Clicca qui! E' dal 1994 che Tunick realizza scene di nudo di massa e ritratti.
E’ stato in tutti e sette i continenti, reclutando migliaia di volontari in oltre 50 città del mondo, da Montreal a San Pietroburgo, da Santiago del Cile a Parigi, da Barcellona a Basilea, da Buenos Aires a Londra, da New York a Roma.
Definisce le sue opere artistiche “installazioni di nudo su larga scala”, una forma surreale di collage umano dove i tasselli sono i corpi spogliati e utilizzati come elementi di nuove forme.
E così l’artista invade gli spazi metropolitani e naturali componendo strade, architetture e paesaggi di nudo umano. A Roma in Piazza Navona, a New York in Times Square e Central Park, in Nevada nel deserto.
E ogni volta puntualmente fornisce materiale di disquisizione non solo a studiosi d’arte ma anche a psicologi sociali e ad ospiti di talk show. Vi è per caso venuta la voglia di partecipare al prossimo happening di nudo su larga scala? Potrebbe essere il vostro momento di gloria. Il modulo d’iscrizione è on line.

(ilaria besana su alice.it)


Spencer Tunick Performance in Times Square



Spencer Tunick in Lyon (F) - audio in French


Proprio in questo week-end Spencer Tunick sta realizzando un'altra delle sue installazioni a Città del Messico. Sarà un altro record di presenze?

UPDATE 6 maggio 2007: Leggo su Repubblica.it che nella piazza principale di Città del Messico l'ultima installazione di Spencer Tunick ha superato il record precedente stabilito a Barcellona. Ecco alcune foto  dell'evento che ha raccolto circa ventimila persone, così come sono state rimbalzate dalle agenzie di stampa:








 
PHOTO DAVID LACHAPELLELa superficialità e la chiassosità del fotografo americano David LaChapelle sono la sua vera forza. E' sempre così dichiaratamente e volutamente provocatorio che non gli si può dire nulla: lui, quando comunica, non parla, ma URLA. Ultimo vero baluardo della culura pop degli anni 70, è diventato uno dei più acclamati fotografi dello show-business. Nel suo sito però, soprattuto tra i portrait, ci sono fotografie che sono veri e propri capolavori di espressività, molte delle quali gli hanno guadagnato, oltre al successo commerciale, anche fama nel mondo della fotografia d'arte.


The Last Supper

LaChapelle è un fotografo, anzi è il fotografo, ha fotografato TUTTI. Se vi viene in mente il nome di una star dello show business, una QUALUNQUE, una che conti almeno qualcosa, state certi che lui l’ha fotografata, perchè se conti qualcosa nella torbida valle di Hollywood non puoi non avere una foto di David. E per David si intende proprio lui LaChapelle. Roba che Courtney Love dovrebbe baciare la terra su cui lui cammina e ringraziarlo a vita per le foto che le ha fatto a quella sciamannata con il mascara sempre sbavato, gli NSYNC dovrebbero genuflettersi per quella foto in cui hanno per la prima e probabilmente l’ultima volta nella loro vita uno spessore artistico. Perfino Tori Spelling sembra possedere un qualche tipo di fascino e di mistero.


Madonna

David, il cappellaio matto, il prestigiatore delle star, riesce a far apparire tutti stupendi e speciali in qualche modo. E’ riuscito a far sembrare le tette di Pamela Anderson giustificabili dal punto di vista artistico. E il bello è che lui non trasforma la persona che ha davanti, non la cambia, ma solo la ESPANDE, prende il lato migliore e lo esagera fino a farlo sembrare irresistibile per chiunque guardi, per lui, come per mia nonna quando cucina, niente è mai troppo.


Paris Hilton

Quando ero piccola mi raccontavano una favola su di un anello che se lo indossavi faceva innamorare tutti di te, ecco, secondo me David possiede quell’anello, ma invece di tenerselo solo per se, lo presta alla persona che deve fotografare, ma per poco, giusto il tempo dello scatto, poi possono continuare a fare la loto, banale, noiosa vita da star. I colori sono ovviamente saturi, si sparano diretti nel cervello, alla base del sistema nervoso di chi guarda. Se è eccessivo è lui. Se è colorato è lui. Se vi sembra pornografia di bassa lega e coi colori sbagliati è lui. Se vi sembra che qualcuno stia urlando mentre guardate una foto è sempre lui.


Angelina Jolie

L’espressione GENIO sembra essere stata coniata apposta per lui, ma nel senso di diavoletto, di genietto ‘platonico’ e malizioso, un Daemon, un Satiro che scorrazza nel dorato mondo di Hollywood, un Puck contemporaneo che sparge la polvere magica dello scandalo sugli occhi della gente.


Britney Spears

Ha girato video musicali, ha girato spot pubblicitari che voi vedete ogni Giorno quando accendete la televisione, ha fatto le copertine di innumerevoli dischi che voi probabilmente possedete (Maria Carey spero di no), ha firmato le copertine di praticamente qualsiasi settimanale sia uscito negli ultimi dieci anni in ogni parte del mondo. Gael Garcia Bernal non sapeva di essere Gael Garcia Bernal prima di essere fotografato da LaChapelle, o pensavate che fosse tutto merito di quella motocicletta scarcassata che guidava? LaChapelle è intorno a voi e voi neanche ve ne accorgete, e ne avrete ancora e ancora finchè LaChapelle avrà vita.

Se ancora non vi basta, qualsiasi cosa si sia anche accidentalmente frapposta tra l’obbiettivo fotografico di quest’uomo e la realtà negli ultimi dieci anni è probabilmente arte. LaChapelle è America, è come uno di quei mega barattoli di maionese o di burro di arachidi che qui in Italia non esistono. LaChapelle è un Big Mac, ipercalorico, coloratissimo, grande, eccessivo, immangiabile.


Definire fotografia l'opera di LaChapelle è sicuramente una semplificazione, le sue sono immagini dove realtà, sogno e dissacrante surrealismo, si fondono in una rappresentazione che lascia sconcertati e affascinati.
Nasce a Farmington Connecticut nel 1963, nel 1978 si trasferisce a New York cominciando la sua avventura artistica con Andy Warhol, per la rivista INTERVIEW fino al 1987, anno della scomparsa del grande artista. A 24 anni David è già una grande firma del fotogiornalismo con servizi per VOGUE, VANITY FAIR, THE FACE (fra le più importanti riviste di moda e costume). Nel 1996 vince il premio come fotografo dell'anno, inoltre il suo primo libro fotografico "LaChapelle Land" va a ruba, nel 1999 il secondo libro di immagini "Hotel LaChapelle" si conferma un best seller.


Pubblicità Motorola

Il genio creativo, esplode in tutta la sua virulenza espressiva, quando LaChapelle esce dagli angusti limiti del genere ritrattistico o giornalistico. Le sue creazioni falsamente astratte, anzi di un simbolismo deflagrante e volutamente blasfemo, sono il prodotto di una ricerca tanto lucida quanto visionaria. Si tratta di immagini pensate e costruite con senso del grottesco e dell'impossibile, in una miscela esplosiva di colori violenti, ironia, sensualità, oltraggio. Il tutto però non è gratuito, ma vuole essere una satira della vacuità, dell'edonismo, del vuoto apparire privo di contenuti del nostro tempo, ma senza drammatizzazioni e anzi con una visione divertita e disincantata. Quella di David LaChapelle è poi una ricerca di sperimentazione pura, essendo le sue opere frutto di elaborazione e fotoritocco digitale, dello stesso autore.



“Cerco il brutto nel bello e il bello nel kitsch. I miei scenari preferiti sono i McDonald's e le auto da poco, all'inizio oziavo in questi posti, ora li fotografo. Mi allontano deliberatamente dalla realtà di tutti i giorni, la vita è troppo triste. La comicità è una forma di bellezza: guardate John Belushi, lui era bello perché era buffo”

LaChapelle in fondo con la sua arte cerca il grottesco del quotidiano e il bello dove proprio non c'è.

Moby - "Natural blues"

(NicoleDiver su thepillowbook)



Profile of David LaChapelle
 
di davide del 07/05/2007 in Notizie e Stili di vita,  2224 link
DODI

Questa mattina all’alba, è morto il compagno Domenico Maracino, che tutti conosciamo come DODI. Esprimiamo il nostro dolore e la nostra vicinanza ai familiari e agli amici, al Circolo Iqbal Masih, alla Lista Reno e ai compagni tutti

“Ci sono uomini che lottano un Giorno e sono bravi. Ci sono altri che lottano un anno e sono più bravi. Ci sono quelli che lottano molti anni e sono ancora più bravi.Però ci sono quelli che lottano tutta la vita, essi sono gli imprescindibili” (B. Brecht)

Questa mattina all’alba, è morto il compagno Domenico Maracino, che tutti conosciamo come DODI.

La sua lunga malattia non ci ha preparato, nè può ora consolarci della sua scomparsa: Esprimiamo il nostro dolore e la nostra vicinanza ai familiari e agli amici, al Circolo Iqbal Masih, alla Lista Reno e ai compagni tutti.

Una vita, la sua, dal coraggio, dalla coerenza, dalla determinazione unica, nelle lotte, nelle discussioni, nella sua straripante umanità.

Tra i suoi tanti impegni ci fa piacere ricordarlo come fondatore dell’associazione inquilini e assegnatari della RdB/CUB di Bologna.

Ci mancherai perché con te “ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati” (B. Brecht).

Il funerale si terrà mercoledì 9 maggio.
Alle ore 13,30 Dodi sarà accompagnato al circolo Iqbal Masih in Via della Barca 24/3.
Da lì alle ore 14 ci muoveremo per accompagnarlo fino al Pantheon del cimitero della Certosa dove rimarrà fino alle ore 17.

I compagni e le compagne delle CUB di Bologna

un garofano rosso per dodi
Inserito da Lippo il 8 maggio, 2007 - 08:56

l'invito degli amici di dodi a tutti i compagni che si recheranno al funerale è quello di portare un garofano rosso

dalla parte dei più deboli
Inserito da Lippo il 8 maggio, 2007 - 09:23

Così lo saluta il sito dell'Iqbal (http://iqbal.bo.arci.it), che ne riporta un vecchio intervento in occasione del passaggio a Bologna della Global March against Child Labour, nel 1998:

Un saluto a tutti i presenti e grazie per avermi dato l'opportunità di questo intervento.

Voglio dire che non esiste crimine peggiore che negare la vita.

Viviamo in un mondo capitalista, o meglio sarebbe dire in due mondi capitalisti:

il primo e' quello sviluppato, delle società consumistiche , che ha potuto accumulare tante ricchezze depredando e saccheggiando per secoli il pianeta e soprattutto la classe operaia;

il secondo e' quello sottosviluppato, costituito dalle vecchie colonie che per secoli sono state sfruttate, e a cui si nega oggi lo sviluppo.

Mai come oggi sono necessari questi momenti di incontro e di riflessione.

Infatti, gli architetti della nuova società globale, i governi del primo mondo, stanno preparando il peggio per i popoli del secondo (il cosiddetto terzo mondo).

Oramai siamo alle soglie del XXI secolo: già da tempo il mondo si sta sviluppando verso un modello in cui la politica degli stati più forti e delle multinazionali, dei settori ricchissimi, grava su una gran massa di miseria e popolazione che possiamo definire superflua, perché priva di ogni diritto.

Questa popolazione superflua non contribuisce infatti alla produzione dei profitti, che e' l'unico valore (umano) riconosciuto oggi.

Le conseguenze della globalizzazione in rapporto al lavoro, all'educazione, alla democrazia, alle culture nazionali, dicevo, tali conseguenze non potranno che essere drammatiche e spaventose.

In questi due mondi, quelli a pagare di più sono i bambini.

Secondo i dati dell'UNICEF, il 40% dei bambini a New York vive al di sotto della soglia di povertà, senza alcuna speranza di sfuggire alla miseria e all'indigenza. la televisione, la droga , l'alcolismo, sono le armi con cui tenere sotto controllo questa realtà.

Ci giungono notizie di bambini che uccidono a scuola, che compiono atti di delinquenza e di vandalismo, vere e proprie stragi,... nel "primo" mondo. Nel mondo consumistico. Nell'altro, l'infanzia e' negata.

In Asia, in Africa, in America Latina sono oltre 14.000.000 i bambini da 1 a 5 anni, che muoiono ogni anno.

Quante bombe come quelle di Hiroshima e Nagasaki ? Credo oltre 100.

E dei bambini che si salvano? In che condizioni si trovano, come si nutrono?

Che sviluppo mentale e psicologico possono avere, dato che e' scientificamente provato che senza l'alimentazione adeguata si ha un sottosviluppo anche dell'intelligenza, delle capacita' intellettuali? Quale sarà la loro speranza di vita e di futuro dopo i 5 anni? Come faranno a vivere, quale sarà il loro destino?

Di queste terribili realtà non si parla se non in caso di episodi eclatanti e sempre molto raramente.

Si farfugliano solo ipocrisie sui diritti umani.

Un caso e' stato l'assassinio di Iqbal Masih : il 16 aprile e' ricorso il terzo anniversario della sua uccisione. Abbiamo intitolato a Iqbal Masih, tre anni fa, il circolo culturale che sono qui a rappresentare, con la convinzione che il suo esempio e la sua tragica storia avrebbero contribuito a far prendere coscienza della condizione di schiavitù a cui devono sottostare milioni di bambine e bambini.

Non voglio abusare della vostra pazienza, e quindi mi limiterò solo a nominare le rapine di organi ai bambini poveri per quelli ricchi; le mine antiuomo che per la stragrande maggioranza sono a forma di giocattolo (tutti sappiamo la devastazione che portano); l'infanzia rubata a tutti i bambini vittime delle guerre sia armate (massacri in Algeria, profughi in Africa, spedizioni punitive serbe nel Kossovo), che della guerra diplomatica combattuta con le sanzioni economiche dell'embargo (Iraq e Cuba); lo sfruttamento della prostituzione minorile; non voglio parlare, qui, dei milioni di dollari annui spesi per i bilanci militari.

Voglio pero' ancora dire che, nonostante non si abbiano statistiche complete sul lavoro minorile (perché governi e datori di lavoro si rifiutano di ammetterne l'esistenza) anche in Italia si stima in 300.000 il numero dei bambini che lavorano.

Nel mondo intero l'UNICEF dice che sono 250.000.000 i bambini che lavorano. E' di pochi giorni fa l'iniziativa, promossa dall'UNICEF , in tutta Italia contro lo sfruttamento minorile.

Voglio qui ricordare che e' una vergogna, una cosa ripugnante, alle soglie del XXI secolo, che milioni di bambini muoiano o siano sfruttati nel lavoro. Dico che, fintanto che il profitto di tutta la nostra tecnologia cosi' avanzata entrerà nelle tasche di pochi, il divario fra chi sta bene e chi sta male aumenterà. Se non vogliamo sentirci complici di questo sfruttamento, di questo crimine, dobbiamo sin da ora chiedere ai nostri governi di azzerare i debiti dei paesi poveri. Ripensare ad un modo di produzione che sia per ciò che serve e non per il profitto di pochi. Dobbiamo esportare la nostra conoscenza la nostra tecnologia. Non possiamo pensare di sopire la nostra coscienza con gesti di carità. Dobbiamo farci carico in prima persona di questa enorme ingiustizia.

Il nostro compito e' difficile e complesso ma, se vogliamo sentirci parte di tutta l'umanità, penso, come sono certo pensate voi, che possiamo e dobbiamo adempierlo. Dobbiamo combattere questa battaglia se vogliamo sentirci degni dell'essere umani. Se vogliamo parlare di futuro per l'umanità, dobbiamo lottare in tutti i modi possibili prima di tutto perché' ad ogni bambina e bambino a questo mondo non sia più' negato il diritto al gioco allo studio alla salute all'educazione e alla possibilità di partecipare in prima persona ad una società democratica.

Finche' anche ad un solo bambino sarà negata la libertà e il diritto ad una vita dignitosa e felice, l'intera umanità sarà meno libera.

Per avermi ascoltato, grazie.

Domenico Maracino

Questa mattina allalba, morto il compagno Domenico Maracino, che tutti conosciamo come DODI.Esprimiamo il nostro dolore e la nostra vicinanza ai familiari e agli amici, al Circolo Iqbal Masih, alla Lista Reno e ai compagni tutti

Ci sono uomini che lottano un Giorno e sono bravi. Ci sono altri che lottano un anno e sono pi bravi. Ci sono quelli che lottano molti anni e sono ancora pi bravi.Per ci sono quelli che lottano tutta la vita, essi sono gli imprescindibili (B. Brecht)

Questa mattina allalba, morto il compagno Domenico Maracino, che tutti conosciamo come DODI.

La sua lunga malattia non ci ha preparato, n pu ora consolarci della sua scomparsa: Esprimiamo il nostro dolore e la nostra vicinanza ai familiari e agli amici, al Circolo Iqbal Masih, alla Lista Reno e ai compagni tutti.

Una vita, la sua, dal coraggio, dalla coerenza, dalla determinazione unica, nelle lotte, nelle discussioni, nella sua straripante umanit.

Tra i suoi tanti impegni ci fa piacere ricordarlo come fondatore dellassociazione inquilini e assegnatari della RdB/CUB di Bologna.

Ci mancherai perch con te ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati (B. Brecht).

Il funerale si terr mercoled 9 maggio.
Alle ore 13,30 Dodi sar accompagnato al circolo Iqbal Masih in Via della Barca 24/3.
Da l alle ore 14 ci muoveremo per accompagnarlo fino al Pantheon del cimitero della Certosa dove rimarr fino alle ore 17.

I compagni e le compagne delle CUB di Bologna


un garofano rosso per dodi
Inserito da Lippo il 8 maggio, 2007 - 08:56

l'invito degli amici di dodi a tutti i compagni che si recheranno al funerale quello di portare un garofano rosso


dalla parte dei pi deboli
Inserito da Lippo il 8 maggio, 2007 - 09:23

Cos lo saluta il sito dell'Iqbal (http://iqbal.bo.arci.it), che ne riporta un vecchio intervento in occasione del passaggio a Bologna della Global March against Child Labour, nel 1998:

Un saluto a tutti i presenti e grazie per avermi dato l'opportunit di questo intervento.

Voglio dire che non esiste crimine peggiore che negare la vita.

Viviamo in un mondo capitalista, o meglio sarebbe dire in due mondi capitalisti:

il primo e' quello sviluppato, delle societ consumistiche , che ha potuto accumulare tante ricchezze depredando e saccheggiando per secoli il pianeta e soprattutto la classe operaia;

il secondo e' quello sottosviluppato, costituito dalle vecchie colonie che per secoli sono state sfruttate, e a cui si nega oggi lo sviluppo.

Mai come oggi sono necessari questi momenti di incontro e di riflessione.

Infatti, gli architetti della nuova societ globale, i governi del primo mondo, stanno preparando il peggio per i popoli del secondo (il cosiddetto terzo mondo).

Oramai siamo alle soglie del XXI secolo: gi da tempo il mondo si sta sviluppando verso un modello in cui la politica degli stati pi forti e delle multinazionali, dei settori ricchissimi, grava su una gran massa di miseria e popolazione che possiamo definire superflua, perch priva di ogni diritto.

Questa popolazione superflua non contribuisce infatti alla produzione dei profitti, che e' l'unico valore (umano) riconosciuto oggi.

Le conseguenze della globalizzazione in rapporto al lavoro, all'educazione, alla democrazia, alle culture nazionali, dicevo, tali conseguenze non potranno che essere drammatiche e spaventose.

In questi due mondi, quelli a pagare di pi sono i bambini.

Secondo i dati dell'UNICEF, il 40% dei bambini a New York vive al di sotto della soglia di povert, senza alcuna speranza di sfuggire alla miseria e all'indigenza. la televisione, la droga , l'alcolismo, sono le armi con cui tenere sotto controllo questa realt.

Ci giungono notizie di bambini che uccidono a scuola, che compiono atti di delinquenza e di vandalismo, vere e proprie stragi,... nel "primo" mondo. Nel mondo consumistico. Nell'altro, l'infanzia e' negata.

In Asia, in Africa, in America Latina sono oltre 14.000.000 i bambini da 1 a 5 anni, che muoiono ogni anno.

Quante bombe come quelle di Hiroshima e Nagasaki ? Credo oltre 100.

E dei bambini che si salvano? In che condizioni si trovano, come si nutrono?

Che sviluppo mentale e psicologico possono avere, dato che e' scientificamente provato che senza l'alimentazione adeguata si ha un sottosviluppo anche dell'intelligenza, delle capacita' intellettuali? Quale sar la loro speranza di vita e di futuro dopo i 5 anni? Come faranno a vivere, quale sar il loro destino?

Di queste terribili realt non si parla se non in caso di episodi eclatanti e sempre molto raramente.

Si farfugliano solo ipocrisie sui diritti umani.

Un caso e' stato l'assassinio di Iqbal Masih : il 16 aprile e' ricorso il terzo anniversario della sua uccisione. Abbiamo intitolato a Iqbal Masih, tre anni fa, il circolo culturale che sono qui a rappresentare, con la convinzione che il suo esempio e la sua tragica storia avrebbero contribuito a far prendere coscienza della condizione di schiavit a cui devono sottostare milioni di bambine e bambini.

Non voglio abusare della vostra pazienza, e quindi mi limiter solo a nominare le rapine di organi ai bambini poveri per quelli ricchi; le mine antiuomo che per la stragrande maggioranza sono a forma di giocattolo (tutti sappiamo la devastazione che portano); l'infanzia rubata a tutti i bambini vittime delle guerre sia armate (massacri in Algeria, profughi in Africa, spedizioni punitive serbe nel Kossovo), che della guerra diplomatica combattuta con le sanzioni economiche dell'embargo (Iraq e Cuba); lo sfruttamento della prostituzione minorile; non voglio parlare, qui, dei milioni di dollari annui spesi per i bilanci militari.

Voglio pero' ancora dire che, nonostante non si abbiano statistiche complete sul lavoro minorile (perch governi e datori di lavoro si rifiutano di ammetterne l'esistenza) anche in Italia si stima in 300.000 il numero dei bambini che lavorano.

Nel mondo intero l'UNICEF dice che sono 250.000.000 i bambini che lavorano. E' di pochi giorni fa l'iniziativa, promossa dall'UNICEF , in tutta Italia contro lo sfruttamento minorile.

Voglio qui ricordare che e' una vergogna, una cosa ripugnante, alle soglie del XXI secolo, che milioni di bambini muoiano o siano sfruttati nel lavoro. Dico che, fintanto che il profitto di tutta la nostra tecnologia cosi' avanzata entrer nelle tasche di pochi, il divario fra chi sta bene e chi sta male aumenter. Se non vogliamo sentirci complici di questo sfruttamento, di questo crimine, dobbiamo sin da ora chiedere ai nostri governi di azzerare i debiti dei paesi poveri. Ripensare ad un modo di produzione che sia per ci che serve e non per il profitto di pochi. Dobbiamo esportare la nostra conoscenza la nostra tecnologia. Non possiamo pensare di sopire la nostra coscienza con gesti di carit. Dobbiamo farci carico in prima persona di questa enorme ingiustizia.

Il nostro compito e' difficile e complesso ma, se vogliamo sentirci parte di tutta l'umanit, penso, come sono certo pensate voi, che possiamo e dobbiamo adempierlo. Dobbiamo combattere questa battaglia se vogliamo sentirci degni dell'essere umani. Se vogliamo parlare di futuro per l'umanit, dobbiamo lottare in tutti i modi possibili prima di tutto perch' ad ogni bambina e bambino a questo mondo non sia pi' negato il diritto al gioco allo studio alla salute all'educazione e alla possibilit di partecipare in prima persona ad una societ democratica.

Finche' anche ad un solo bambino sar negata la libert e il diritto ad una vita dignitosa e felice, l'intera umanit sar meno libera.

Per avermi ascoltato, grazie.

Domenico Maracino

 
di davide del 09/05/2007 in Notizie e Stili di vita,  4225 link
Aldo Moro e Peppino ImpastatoSon passati 29 anni da questo triste Giorno.

Oggi è l’anniversario della morte di Aldo Moro.

Oggi è l’anniversario della morte di Peppino Impastato.

Oggi è la Giornata della Memoria delle Vittime del Terrorismo.


Aldo Moro Peppino Impastato

Un omaggio a Peppino Impastato da Carmen Consoli e Lautari:

 

Sdoganata anche dalle corti di giustizia, la popolare espressione "vaffanculo" non è più da considerarsi offensiva, e il "V-day" è uscito dal blog di Beppe Grillo e dal web per esplodere nelle piazze italiane, con decine di migliaia di fan in carne ed ossa con le dita della mano messe a "V".
Semplici cittadini che avrebbero la sacrosanta e semplice esigenza di vivere in un "un paese più pulito" e che in due mesi hanno organizzato l'evento del V-day partendo dal basso, partendo dal web.

L'iniziativa, in un pericoloso bilico fra populismo e politica, fra demagogia e spettacolo, è stata lanciata il 26 giugno a Bruxelles davanti al Parlamento europeo, e in pochissime ore ha raccolto più di 300 mila firme per una legge che faccia uscire dal Parlamento i 25 deputati condannati in via definitiva, e più in generale impedisca l'ingresso e la permanenza quasi a vita in Parlamento di politici di professione che autoreferenzialmente rappresentano solo la casta di cui fanno parte.
Il V-day organizzato da Grillo è la dimostrazione che oggi esiste, e ha una sua forma fisica, il partito dell'antipolitica: persone comuni, per lo più giovani, che invadendo Bologna (e altre decine di piazze italiane e straniere) lanciano un segnale importante di disagio sociale.

Beppe Grillo compare sornione come solito verso le quattro e mezzo, si dà un'occhiata intorno e dice: "Questa è una nuova Woodstock, la Woodstock della gente per bene". Poi snocciola uno per uno i nomi dei 25 deputati "da cacciare immediatamente da Camera e Senato", ed è un trionfo.

Il filo conduttore degli interventi di Grillo è: un paese più pulito, la politica che "deve tornare in mano ai cittadini e non ai segretari di partito", la ricerca di energie compatibili, "la necessità di aprire il tombino e fare uscire la puzza". L'ambiente e l'abolizione dei privilegi della classe politica, soprattutto.

Sul palco si alternano artisti come Ligabue, Alessandro Bergonzoni e Biagio Antoniacci che gli dicono: "Non fermarti". E giornalisti come Massimo Fini e Marco Travaglio a fornire importanti informazioni che non possono circolare sui media mainstream. Ma ci sono anche interventi tragi-comici come quello della brava Sabina Guzzanti. Lo appoggiano, a distanza, i ministri Di Pietro (che ha già presentato una legge simile a quella che chiede il popolo di Grillo) e Alfonso Pecoraro Scanio che ha messo a disposizione EcoTV per la diretta da piazza Maggiore: l'unico canale televisivo che trasmette l'evento arrivato fin qui, va detto, nella quasi totale indifferenza dei mezzi di comunicazione.

A margine, la polemica dell'assessore cittadino agli Affari istituzionali, l'ex magistrato Libero Mancuso: "Ho lasciato la piazza perché hanno insultato il nome e la memoria di Marco Biagi e di altri esponenti politici". La verità è invece che è stata fischiata, assieme la video che segue, la legge che porta il nome di una vittima innocente del terrorismo, non certo la memoria di un uomo che ha tragicamente pagato con la vita le sue sacrosante opinioni e le sue apprezzabili attività di giuslavorista. Ma è facile strumentalizzare certe situazioni per prendere subito le distanze da un evento forse troppo scomodo...


O vogliono dirci che non si può fischiare una legge sbagliata per l'Italia dell'inizio del terzo millennio solo perchè il suo autore è stato barbaramente ucciso in un omicidio di stato?

Alla fine Grillo parla di "evento straordinario". Il ministro "per l'attuazione del programma" Giulio Santagata lo accusa: "sta organizzando un suo partito, una sua lista?" La risposta di Grillo è secca: "Non hanno capito niente. I partiti sono incrostazioni della democrazia. Bisogna dare spazio ai cittadini. Alle liste civiche. Ai movimenti. Viviamo in partitocrazia, non in democrazia" "Eppoi a che serve il 'ministero per l'attuazione del programma'? Metteteci una segretaria e risparmiateci questi inspiegabili sprechi...".

Almeno due dei tre punti in oggetto (negare ai condannati il diritto di rappresentare il popolo, impedire alle segreterie dei partiti di nominare di straforo i candidati senza passare attraverso il vaglio degli elettori) sono molto difficilmente liquidabili come "qualunquisti". Esprimono, al contrario, un'insofferenza per larga parte condivisibile e condivisa da milioni di italiani, molti dei quali (senza bisogno di vaffanculo) hanno appena fatto la coda per il referendum Segni contro questa indecorosa legge elettorale proprio perché non sopportano più il piglio castale e l'autoreferenzialità malata delle varie leadership di partito. E chiedono la partecipazione diretta dei cittadini alla scelta della propria classe dirigente.

Michele Serra su Repubblica.it
UPDATE 9/9/2007: come scrive fede mello sullo Spettro, "Alla fine, ammetti, a Grillo va detto anche “grazie!”, grazie perché ha dato voce al popolo della rete, ad un italiano del terzo milennio, sottorappresentato dalla politica ufficiale e piuttosto incazzato per un’Italia che non cambia mai. Un italiano, però, che c’è, e ci vuole essere, e pretende di più.".
 

Ricerca fotografie per Giorno

Nessuna fotografia trovata.

Ricerca link per Giorno

Nessun link trovato.
"
Political language is designed to make lies sound truthful and murder respectable, and to give an appearance of solidity to pure wind.

Geroge Orwell
"
Fotografie
Scritti
Arte (17)
Blogging (24)
Cinema (15)
Design e Tecnologie (1)
Fotografia / Arte (20)
Fotografia / Commerciale (5)
Fotografia / Libri (2)
Fotografia / Natura (1)
Fotografia / Pubblicità (10)
Fotografia / Reportage (18)
Fotografia / Spettacolo (3)
Media e Nuovi Media (14)
Musica (12)
Notizie e Stili di vita (18)
Progetti (3)
Test dBlog (àéèìòù) (1)

Catalogati per mese:
Maggio 2024
Aprile 2024
Marzo 2024
Febbraio 2024
Gennaio 2024
Dicembre 2023
Novembre 2023
Ottobre 2023
Settembre 2023
Agosto 2023
Luglio 2023
Giugno 2023
Maggio 2023
Aprile 2023
Marzo 2023
Febbraio 2023
Gennaio 2023
Dicembre 2022
Novembre 2022
Ottobre 2022
Settembre 2022
Agosto 2022
Luglio 2022
Giugno 2022
Maggio 2022
Aprile 2022
Marzo 2022
Febbraio 2022
Gennaio 2022
Dicembre 2021
Novembre 2021
Ottobre 2021
Settembre 2021
Agosto 2021
Luglio 2021
Giugno 2021
Maggio 2021
Aprile 2021
Marzo 2021
Febbraio 2021
Gennaio 2021
Dicembre 2020
Novembre 2020
Ottobre 2020
Settembre 2020
Agosto 2020
Luglio 2020
Giugno 2020
Maggio 2020
Aprile 2020
Marzo 2020
Febbraio 2020
Gennaio 2020
Dicembre 2019
Novembre 2019
Ottobre 2019
Settembre 2019
Agosto 2019
Luglio 2019
Giugno 2019
Maggio 2019
Aprile 2019
Marzo 2019
Febbraio 2019
Gennaio 2019
Dicembre 2018
Novembre 2018
Ottobre 2018
Settembre 2018
Agosto 2018
Luglio 2018
Giugno 2018
Maggio 2018
Aprile 2018
Marzo 2018
Febbraio 2018
Gennaio 2018
Dicembre 2017
Novembre 2017
Ottobre 2017
Settembre 2017
Agosto 2017
Luglio 2017
Giugno 2017
Maggio 2017
Aprile 2017
Marzo 2017
Febbraio 2017
Gennaio 2017
Dicembre 2016
Novembre 2016
Ottobre 2016
Settembre 2016
Agosto 2016
Luglio 2016
Giugno 2016
Maggio 2016
Aprile 2016
Marzo 2016
Febbraio 2016
Gennaio 2016
Dicembre 2015
Novembre 2015
Ottobre 2015
Settembre 2015
Agosto 2015
Luglio 2015
Giugno 2015
Maggio 2015
Aprile 2015
Marzo 2015
Febbraio 2015
Gennaio 2015
Dicembre 2014
Novembre 2014
Ottobre 2014
Settembre 2014
Agosto 2014
Luglio 2014
Giugno 2014
Maggio 2014
Aprile 2014
Marzo 2014
Febbraio 2014
Gennaio 2014
Dicembre 2013
Novembre 2013
Ottobre 2013
Settembre 2013
Agosto 2013
Luglio 2013
Giugno 2013
Maggio 2013
Aprile 2013
Marzo 2013
Febbraio 2013
Gennaio 2013
Dicembre 2012
Novembre 2012
Ottobre 2012
Settembre 2012
Agosto 2012
Luglio 2012
Giugno 2012
Maggio 2012
Aprile 2012
Marzo 2012
Febbraio 2012
Gennaio 2012
Dicembre 2011
Novembre 2011
Ottobre 2011
Settembre 2011
Agosto 2011
Luglio 2011
Giugno 2011
Maggio 2011
Aprile 2011
Marzo 2011
Febbraio 2011
Gennaio 2011
Dicembre 2010
Novembre 2010
Ottobre 2010
Settembre 2010
Agosto 2010
Luglio 2010
Giugno 2010
Maggio 2010
Aprile 2010
Marzo 2010
Febbraio 2010
Gennaio 2010
Dicembre 2009
Novembre 2009
Ottobre 2009
Settembre 2009
Agosto 2009
Luglio 2009
Giugno 2009
Maggio 2009
Aprile 2009
Marzo 2009
Febbraio 2009
Gennaio 2009
Dicembre 2008
Novembre 2008
Ottobre 2008
Settembre 2008
Agosto 2008
Luglio 2008
Giugno 2008
Maggio 2008
Aprile 2008
Marzo 2008
Febbraio 2008
Gennaio 2008
Dicembre 2007
Novembre 2007
Ottobre 2007
Settembre 2007
Agosto 2007
Luglio 2007
Giugno 2007
Maggio 2007
Aprile 2007
Marzo 2007
Febbraio 2007
Gennaio 2007
Dicembre 2006
Novembre 2006
Ottobre 2006
Settembre 2006
Agosto 2006
Luglio 2006

Gli articoli più letti

Ultimi commenti:
10/09/2023  21:20 di Rocco
youtube to mp3 320
01/06/2022  17:44 di Fred T. Di L
Ciao, Nicoletta. This is Fr...
09/06/2021  13:00 di Tiffany
blacks girls sex
11/08/2020  23:51 di Joseph
naselearning.com
11/08/2020  23:20 di Jeffery
Jami
'l'inventore 85mm Abbigliamento Abbracci Akiko All'arena Allenamento Amore Anni Anoressia Architettura Arena Arte concettuale Arte contemporanea Artefiera Artista Attore Autoritratto Bambini Benetton Bettina Bianco&nero Bloggers Bologna Box Bush Business Campagna Casual Censura Centro Chiarioni Cigarini Cinema Cittadino Colori Commerciale Concettuale Concorso Contemporanea Coriandoli Costa Cpt Cultura Cuore Dante Danza Davide gazzotti Dedicato Design Dico Digitale Documentario Documentaristica Documentary photography Donna Dopo Dove Ecco Estetica Famiglia Fashion Ferito Festival Fiat Fiera Fine Flickr Fotogiornalismo Fotografia contemporanea Fotografia documentaristica Fotografie Fotografo Galleria Gallerie Gam Gazzotti Generazione Gentile Gioacchino Giornalismo Grandi Guarda Guerra Hommage Hugs Iceberg Ida Immagine Immagini Inaugurazione Installazione Installazioni Irlanda Italiano James nachtwey Jazz John Karwai Leggi Lenzi Libri Libro Life Loporchio Lorenzo Magnum Magnum photos Mambo Marketing Matrimonio Mccurry Media Medico Meisel Migranti Moderna Molto Mondo Mostra Museo Musica Musicale Nachtwey Narciso Natura Network Night Notte Nudi Nudo Nuove Ogni Oliviero toscani Paesaggio Parco Parte Performance Periferia Photography Pittore Pittura Police Pollock Pondrelli Pop Populismo Portrait Progetti Progetto Protesta Pubblicità Ragazzi Realismo Regalano Reportage Reporter Restart Rifugiati Ritorno Ritratti Ritratto Rivista Rock Scena Scippa Scoiattolo Shoes Show business Silenzio Simone cristicchi Sinistra Social Sociale Sogni Sogni' Sole Sperimentazione Spettacolo Spot Statistiche Stato Stefano Storia Street Street photography Studio Sui Sull'arte Talani Taranto Teatro Tecnologie Ted Terra Test Toscani Traumi Tunick Urbano Vera Verità Veronica Vertigo Video Vince Vista Vita With
Altri Tag, altre parole di cui si parla in questo blog...
 
Calendario
< maggio 2024 >
L
M
M
G
V
S
D
  
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
   
             
Info
Gli Autori...
Il perché...
Copyright...

Avviso
Questo blog non rappresenta una testata di nessun tipo, tanto meno giornalistica, in quanto viene aggiornato in modo scostante e discontinuo, come il suo autore.
Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale (e non potrebbe neanche fosse periodico) ai sensi della legge n.62 del 7.03.2001.
Interessi
Listening
A little bit of all genres... from middle age music to deep techno house, passing through Pink Floyd and Rolling Stones ;-)

Reading
Marquez, Kafka, Calvino, Gacia Lorca, Neruda, Suskind, Allende, Mc Ewan, Wilde, Capote, Poe, Salinger, Benni, ...

Watching
Mostly French and Danish productions, all Stanley Kubrick's filmography, Wim Wenders, Woody Allen, Roman Polanski, Godard, Truffaut, Jim Jarmusch, Ken Loach, Kieslowsky...
Feed XML RSS 0.91 Feed GeoRSS WebLog Feed XML RSS 0.91
Feed XML RSS 0.91 Feed RSS LinkLog
Feed XML RSS 0.91 Feed GeoRSS FotoLog Feed XML RSS 0.91
GeoRSS è un'estensione di RSS qui utilizzata in via sperimentale

 Mobile version
16/05/2024 @ 23:43:34
creazione pagina in 3616 ms


BlogItalia.it - La directory italiana dei blog DICO sì blogCloud 2000 bloggers davidegazzotti.com Home Page
bloggers for equity
Amnesty International AMREF Emergency Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori